Ancora una volta è in gioco l'esistenza di Radio Radicale.
L'ufficio di Presidenza della Commissione Cultura deciderà oggi se iniziare la discussione su di un provvedimento, che ha già ottenuto dall'aula la sede legislativa, nel quale si prevede il raddoppio dei contributi ai giornali organi dei partiti rappresentati in Parlamento, senza affrontare il problema di Radio Radicale.
Anche se la decisione del Partito Radicale di non presentarsi più ad elezioni esclude comunque Radio Radicale da un provvedimento di questo tipo, è altrettanto vero che in questa occasione deve essere risolto il problema dell'esistenza della nostra, e - per molte cose - anche vostra radio.
Il problema di Radio Radicale deve investire lo Stato prima ancora che il Partito Radicale.
Le centinaia di ore che ogni anno da quattordici anni Radio Radicale dedica alla trasmissione integrale delle sedute del Parlamento, alle quali si aggiungono le dirette integrali dei congressi di tutti i vostri partiti, la trasmissione quotidiana di ore dei maggiori processi, di tutte le sedute pubbliche del Consiglio Superiore della Magistratura; le decine di migliaia di registrazioni organizzate nell'unico archivio, che consente l'immediata ricerca delle voci delle migliaia di parlamentari, di pubblici amministratori, di esponenti di partito ai quali Radio Radicale ha dato voce in questi anni, costituiscono un bene di interesse pubblico del quale lo Stato si deve fare carico, se vuole assicurarsene la disponibilità.
E' ormai ufficiale: la Rai non può assicurare il servizio reso da Radio Radicale. Se lo Stato vuole garandirsene la prosecuzione e il potenziamento non ha quindi altra strada che passare attraverso Radio Radicale.
Qaunto sarebbe costato allo Stato in questi quattordici anni assicurarsi questo pubblico servizio? Quanto costerebbe per il futuro?
Al fine di poter garantire alla collettività e allo Stato la prosecuzione e il potenziamento del servizio fino ad oggi reso gratuitamente e poter aprire quel mercato dei contratti e delle convenzioni per i servizi di informazione, che sino ad oggi le è stato precluso, Radio Radicale ha la necessità di un intervento una tantum di 20 miliardi.
Per queste ragioni Le chiediamo di intervenire perchè, anche attraverso un provvedimento "ad hoc", il problema di Radio Radicale venga affrontato e risolto.
I palliativi proposti per sanare le condizioni dei quotidiani di partito, non accompagnati da un intervento a favore di Radio Radicale, non compenseranno il danno che il Parlamento e la collettività sono destinati a subire.
Il tempo a disposizione è poco, ma il Suo intervento può essere determinante. Per ogni ulteriore informazione sono a Sua disposizione.
Un cordiale saluto,
Giancarlo Loquenzi
Direttore di Radio Radicale