Il deputato Mauro Mellini, presidente della "Associazione Radicale per la Giustizia ed il Diritto" ha rilasciato la seguente dichiarazione: "Ogni uomo di legge, ogni avvocato, magistrato, ogni professore di diritto, ogni studente in giurisprudenza ha il dovere, non solo il diritto di conoscere il testo del disegno di legge sulla droga licenziato dal Senato ed ora all'esame della Camera, che dovrebbe approvarlo, secondo il governo e la maggioranza (o forse la maggioranza o addirittura la minoranza della maggioranza) "senza tante discussioni".
Ogni uomo di legge dovrebbe domani vergognarsi di tale qualifica se tra le leggi del nostro stato dovesse figurare quel mostro demenziale che è il testo in questione.
Non si tratta di essere proibizionisti o antiproibizionisti, di volere il carcere o le cure per i tossicodipendenti, di volere l'inasprimento o l'attenuazione delle pene oggi in vigore, etc. etc. Si tratta di introdurre nell'ordinamento dello stato fattispecie di reato aberranti, formulate in modo volutamente privo di senso comune, norme prive di ogni legame sistematico tra loro e rispetto ad altre disposizioni dell'ordinamento, indecifrabili e produttive di casistiche grottesche.
Si tratta inoltre di disposizioni che se avranno altra efficacia oltre quella di rendere ancor più incerto il diritto ed arbitraria la giurisdizione, finiranno per favorire il traffico di droga, tra l'altro creando ulteriori incentivi per il reinvestimento a ciclo continuo dei proventi di attività criminose nel finanziamento del narcotraffico.
Quanti sanno leggere le leggi e nelle leggi leggano questo testo, non si accontentino delle dichiarazioni demagogiche, dell'informazione approssimativa e monca. E parlino, parlino oggi, prima che basse e ciniche manovre preelettorali, questioni di prestigio e di equilibri interni di maggioranze e di partiti consumino questo scempio. O altrimenti tacciano domani, quando sarà evidente il danno fatto, perchè a vergognarsi non dovranno essere quelli che hanno perso, dopo avere almeno combattuto una battaglia, ma chi non ha ritenuto di far sentire nemmeno la sua parola, nel Paese se non in Parlamento".