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Agora' Agora - 28 gennaio 1990
SINTESI DELL'INTERVENTO DI GIANNI MATTIOLI AL SECONDO CONGRESSO ITALIANO DEL PARTITO RADICALE.

La mia iscrizione al Partito Radicale vuole sottolineare una duplice consonanza.

Da una parte sono convinto pienamente che la sede transnazionale è la collocazione obbligatoria dei grandi problemi, dalla questione ambientale al governo dei grandi flussi migratori, alla ripartizione ineguale delle ricchezze tra Nord e Sud del pianeta.

Dall'altra, la scelta del PR di uscire dalla competizione elettorale con la formula del transpartito può fornire una sede importante di dialogo, di confronto, a forze che si muovono oggi su itinerari nuovi - così i Verdi, così le esperienze di movimenti cattolici impegnati nel volontariato, così la rifondazione dei comunisti. Ma perché il PR possa effettivamente giocare questo ruolo importante di dibattito politico che prepara il nuovo, la scelta di uscire dall'interesse diretto - in senso tradizionale - sulla politica italiana deve essere assunta in modo netto e chiaro, senza riserve di voler giocare un ruolo di "segreteria d'ombra" sulle diverse esperienze politiche. Questo riguarda ad esempio quei radicali che hanno scelto l'esperienza nella politica italiana come Verdi, che deve essere condotta in piena autonomia.

E, del resto, mi è anche difficile pensare che la presenza politica dei Verdi, direttamente collegata alla rottura che la questione ambientale apporta al pensare scientifico, al dibattito culturale, ma anche alla cultura politica, possa riconoscersi in una prospettiva di bipartitismo che riaggreghi - anche in una somma nuova - le forze politiche esistenti: sinistra e area laica da una parte, DC e destra dall'altra. Abbiamo molto da dirci con Scalfaro o con Martinazzoli più di quanto abbiamo da dirci con La Malfa o Battaglia o con i settori cementieri e sviluppati che sopravvivessero nel PCI nonostante il nuovo corso.

Dunque un PR come reale strumento che prepara il nuovo sull'onda della sua continua tradizione di aver anticipato alcune battaglie fondamentali per la democrazia italiana. E oggi quella antiproibizionista riassume la opposizione a quanti vorrebbero svuotare la democrazia e svilirne gli istituti parlamentari.

In conclusione due proposte per riassumere i significati che attribuisco oggi alla funzione del PR nello scenario dei grandi problemi internazionale e nella prospettiva di ridar forza e pulizia alle istituzioni democratiche del nostro paese, una presenza nonviolenta con Marco Pannella e tanti altri uomini di buona volontà dell'est e dell'ovest per chiudere il nucleare dalla Francia all'Unione Sovietica, e una grande alleanza intorno ad una candidatura, di Scalfaro appunto, per la Presidenza della Repubblica, di quanti non accettano lo svilimento autoritario delle istituzioni.

 
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