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Agora' Agora - 5 febbraio 1990
BERLUSCONI-RAI: MELLINI E VESCE PRESENTANO UN'INTERPELLANZA SU ALCUNI SCONCERTANTI RETROSCENA DELLE VICENDE GIUDIZIARIE TRA LA RAI ED IL GRUPPO BERLUSCONI

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle Poste e Telecomunicazioni, il Ministro delle Partecipazioni Statali, il Ministro di Grazia e Giustizia ed il Presidente del Consiglio dei Ministri per sapere quali ragguagli e quali valutazioni siano in grado di fornire in ordine ad alcuni sconcertanti retroscena delle vicende giudiziarie tra la RAI ed il Gruppo Berlusconi che hanno dato luogo alla pronunzia della Corte Costituzionale n.826 del 14 luglio 1988 e che hanno inciso sulle condizioni ed i presupposti relativi al nuovo giudizio avanti alla stessa Corte Costituzionale fra l'ANTI ed il gruppo Berlusconi discusso in udienza pubblica il 30.1.1990.

In particolare chiedono se risponda a verità che la RAI dopo aver dato mandato ai suoi legali di riassumere la causa avanti alla Pretura di Roma, già sospesa nel 1982 per la remissione alla Corte e dopo la sentenza favorevole alla RAI stessa, ha imposto per disposizione del Presidente Manca ai suoi legali di recedere dal giudizio con ciò alla possibilità di ottenere provvedimenti di urgenza interdittivi della "interconnessione" in campo interregionale delle reti Berlusconi, chiudendo così anche lo possibilità di intervento in eventuali successive questioni di costituzionalità, oltre che in quelle di applicazione, della normativa vigente dopo la scadenza, nel 1985 della cosiddetta "legge Berlusconi", così che la Corte Costituzionale ha oggi modo di pronunziarsi solo se potrà superare ardui problemi di ammissibilità della remissione, a seguito di un imprevedibile "incidente" rappresentato dall'ordinanza del Pretore di Varazze del 22.8.1989, comunque successivo alla rinunzia agli atti da parte della RAI.

Chiedono di conoscere se l'operato del Presidente Manca non appaia, anche alla luce di risibili spiegazioni fornite da un comunicato della RAI, che afferma che essa avrebbe voluto approfittare, senza spese e rischi, dell'iniziativa sul piano penale dell'associazione delle piccole emittenti televisive (ANTI), gravemente sospetta anche per il già ricordato sopravvenire dell'ordinanza del Pretore di Varazze alla rinunzia in questione e se essa sia quanto meno da rapportare ad un accordo politico per una cosiddetta "pax televisiva" in deroga ed al di fuori delle disposizioni di legge e di ogni chiaro impegno di riforma della materia.

Chiedono di conoscere se risponda a verità che gli avvocati della "Fininvest" subito dopo la comparsa delle prime notizie al riguardo sulla "Stampa" del 31 gennaio 1990, si siano affrettati a ritirare in Pretura il fascicolo di parte mentre anche il provvedimento del pretore, di estinzione del giudizio, sarebbe irreperibile.

Chiedono di conoscere se risponde a verità che la pratica rinunzia al giudizio della RAI dopo la riassunzione sia stata effettuata senza un voto del Consiglio di Amministrazione che avrebbe invece deliberato l'instaurazione della lite e ciò mentre la Fininvest prosegue nel giudizio contro la RAI per il mancato uso del satellite Meter per il quale chiede 130 miliardi di danni.

Chiedono di conoscere quali determinazioni intenda assumere il Governo di fronte a fatti di tale gravità che fanno pensare al prevalere di interessi e accordi di parte sugli interessi pubblici e sulle norme di legge.

Mauro Mellini

Emilio Vesce

 
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