Roma, 5 febbraio 1990 - Il "Comitato detenuti di Rebibbia" ha deciso di lanciare in tutta Italia una campagna per il boicottaggio della testata romana: un appello a tutti i detenuti e ai loro familiari, e ai cittadini sensibili ad una corretta informazione, affinché non acquistino più "Il Tempo", e inviino telegrammi personali di protesta al direttore responsabile, Franco Cangini.
Da circa un mese, si è scatenata sulla stampa una campagna denigratoria e strumentale contro la legge Gozzini, una campagna che, secondo i detenuti di Rebibbia, ha il palese scopo di colpevolizzare tutta la categoria dei detenuti.In particolare, fra tutte le testate, il quotidiano "Il Tempo" di Roma si è distinto per la pervicacia e cattiveria dei suoi attacchi. Un solo esempio tra i tanti: la mistificazione dei dati sulla criminalità forniti dal Ministero degli Interni e la censura su quelli circa l'applicazione della legge Gozzini forniti dalla Direzione generale degli Istituti di prevenzione e pena. Si è arrivati così alla crudele ironia del giornalista Palumbo che in prima pagina ha irriso alle sofferenze dei detenuti, definendo i luoghi di pena "Grand Hotel".
La campagna proseguirà finché "Il Tempo" non pubblicherà, integralmente e con lo stesso risalto, le prese di posizione dei detenuti, rispettando così il diritto di rettifica degli stessi, e, più in generale, il diritto della pubblica opinione ad un'informazione corretta e compiuta.
Il testo del telegramma che sarà inviato al direttore de "Il Tempo" è il seguente:
Protesto vivamente per la campagna di stampa denigratoria dei detenuti e della legge Gozzini. Firma:..............................
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ALCUNI DATI RELATIVI ALL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE GOZZINI NEL 1989
Permessi premio: 22.203, evasi: 379. Percentuale: 1.71%
Affidamento in prova: 5.303, evasi: 28. Percentuale: 0.53%
Lavoro esterno: 327, evasi: 7. Percentuale: 2.14%.
(fonte: Direzione generale degli istituti di prevenzione e pena).