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Agora' Agora - 7 febbraio 1990
BRIGATISTA ALL'UNIVERSITA': DICHIARAZIONE DI EMILIO VESCE, DEPUTATO RADICALE

Che un ex-brigatista in espiazione di pena possa intervenire ad un'assemblea di studenti, mi pare sia un fatto assodato.Che possa poi opinare sugli anni che lo hanno visto protagonista esprimere opinioni critiche nei confronti della sua esperienza e della classe politica dell'epoca, ritengo che sia un suo diritto.

Sono incomprensibili invece le reazioni che il fatto ha suscitato. Esse si inseriscono in quella "filosofia dell'intolleranza" mai sopita che pensa di rimuovere un periodo storico semplicemente non parlandone o non facendone parlare.

Quale migliore lezione per gli studenti la testimonianza di un protagonista di quegli anni, che porta le motivazioni delle sue scelte sbagliate e si di esse invita all discussione?

Il problema è un altro: da un po' di tempo si cerca infatti di dare un parametro interpretativo a questo movimento delle Università che risponda sempre alla cultura dell'emergenza per cui tutto ciò che si muove può essere terreno ed occasione di una ripresa del terrorismo.

Il miglior modo di risolvere i problemi è quello di parlarne: è ciò che stanno facendo gli studenti romani, anzi questi vogliono di più, vogliono capire se è proprio vero che la causa di tutti i mali è stato il '68. Sembra che abbiano capito che non è così.

Si lamenta poi che nessuno ha criticato alcune affermazioni, discutibili di Ghignoni: ritengo che se gli studenti non hanno criticato opportunamente le sue rivendicazioni, ciò avviene non certo perchè gli studenti aderiscono a quelle rivendicazioni ma semplicemente perchè a loro nessuno ha mai raccontato, spiegato, che cosa sono stati veramente quegli anni.

Insomma il silenzio degli anni '70 può produrre l'atteggiamento che hanno avuto in assemblea ieri i giovani. La responsabilità non è di coloro che vogliono parlare di quelle vicende, ma di chi glielo impedisce esibendo sempre una consacrata storia ufficiale che non si è mai misurata con i fatti.

 
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