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Agora' Agora - 8 febbraio 1990
AUTONOMIE LOCALI: UNA RIFORMA MANCATA CHE ELUDE LA QUESTIONE DI FONDO DEL SISTEMA ELETTORALE. UNA PESSIMA LEGGE CHE RAFFORZA LO STRAPOTERE DEI PARTITI. ALL'ULTIMO ANCHE LA PERLA DI SETTE NUOVE PROVINCE SENZA COPERTURA FINANZIARIA.

Dichiarazione di Peppino Calderisi, Presidente del Gruppo Federalista Europeo.

Sono fin troppe le ragioni che portano ad un giudizio nettamente negativo di questa legge di cosidetta riforma delle autonomie locali. Innanzitutto l'assenza della riforma del sistema elettorale, che era e rimane la questione di fondo per assicurare stabilitā, governabilitā ed efficacia alle amministrazioni locali.

Nč certamente risolverā questi problemi il meccanismo della cosidetta fiducia costruttiva, un vero e proprio pasticcio istituzionale attraverso il quale l'impotenza dei governi locali viene sancita per legge, accrescendo lo strapotere partitocratico.

Ma ci sono ancora molti altri aspetti assolutamente negativi.

La legge non definisce con precisione, secondo Costituzione, le funzioni di province e comuni. Saranno le regioni a stabilirne la successiva distribuzione, incrementando la conflittualitā tra i diversi enti e consentendo alle regioni stesse un'indebita ingerenza nell'organizzazione comunale e provinciale.

La legge non riduce il numero dei 150 mila consiglieri comunali, lasciandone 15 perfino nel pių piccolo dei comuni.

Non č previsto nč il referendum abrogativo,nč quello sull'uso delle risorse, nč il controllo degli utenti sui servizi.

La legge non impone alle amministrazioni il controllo interno di gestione. Non separa le responsabilitā politiche da quelle gestionali. Non regola l'eventuale privatizzazione dei servizi e non restituisce all'ente locale il controllo sostanziale delle sue aziende. Non prevede una seria politica di accorpamento dei comuni. Non ricostruisce il sistema della finanza locale sul criterio della responsabilitā. Perpetua un controllo sugli atti che dovrebbe essere, per Costituzione, di pura legittimitā e che viene invece esercitato da un personale nominato dai consigli regionali con criteri puramente partitici.

E si potrebbe continuare a lungo ad elencare gli aspetti negativi del provvedimento. All'ultimo si č anche aggiunta la perla dell'istituzione di sette nuove province senza alcuna copertura finanziaria con un buco per le casse dello Stato di almeno 3-4 mila miliardi l'anno.

C'é solo da augurarsi che il Senato modifichi radicalmente questo testo, o che non se ne faccia pių nulla. Altrimenti presto, molto presto sentiremo parlare della necessitā di riformare la riforma, come č purtroppo accaduto per tante altre leggi.

 
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