Roma, 8 febbraio. Sulla vicenda del seminario a Scienze Politiche occupata e, in generale, sulle infiltrazioni degli ex-brigatisti nel movimento, Sergio d'Elia, già appartenennte a Prima Linea, consigliere federale del Partito Radicale, ha dichiarato:
»Non vedo cosa ci sia di preoccupante nel fatto che un ex brigatista, scarcerato perchè i giudici - in quattro anni - non sono riusciti a fargli il processo e regolarmente iscritto all'Università, invece che andare clandestino, mandare ai giornali oscuri documenti e commettere atti riprovevoli, abbia scelto di frequentare la propria facoltà, dire pubblicamente quello che pensa e fare gli esami. Tutti dovrebbero esser contenti, in particolare il ministro degli interni, di questo ritorno alla vita democratica, quantomeno alla luce del sole, degli ex brigatisti.
Invece no, Gava parla di "infiltrazioni di brigatisti nel movimento", Craxi di "attacco al Caf", altri di "ritorno del pericolo terrorista": insomma, si fanno discorsi che sono fondati, a ben vedere, sulla probabilità di un successo delle brigate rosse. L'attendibilità dei propositi e della azioni dei brigatisti è sempre pari e parallela alla credibilità che hanno soprattutto presso coloro che, non impedendoli, da quei propositi e da quelle azioni hanno tratto e vogliono trarre giovamento.
La "pantera", d'altra parte, come quella vera, cacciata nelle campagne romane, dimostra di non voler andare da nessuna parte: cacciata, va via dal potere, da Ruberti come da Gava, che la vuole prendere nel gioco di guerra simulata del terrorismo e dell'antiterrorismo, ed è lontana da tutti i nostalgici, del sessantotto e del postsessantotto .