Il 7 febbraio 1990 si è svolta a Roma, organizzata dall'Istituto Schiller, una conferenza sul tema "Dove vanno gli Stati Uniti?". Tra i relatori c'era anche il Generale Ambrogio Viviani, Senatore subentrante per il Partito radicale, che ha fatto una lucida ed incisiva analisi. Riportiamo in questo comunicato stampa quanto verrà in merito pubblicato sul numero 6/1990, in corso di stampa, del settimanale "Nuova Solidarietà".
Il generale Ambrogio Viviani ha esordito sottolineando come l'invito a lui rivolto a parlare in quella sede fosse una testimonianza di democrazia, in quanto la sua collocazione politica e le sue convinzioni sono distanti e divergenti da quelle di chi aveva organizzato il dibattito ed ha auspicato che questo esempio, da lui giudicato positivo, venga anche da altri seguito e possa divenire prassi.
Nel passare, poi, ad affrontare il tema oggetto di dibattito ha identificato in tre atteggiamenti, militarismo, imperialismo ed autoritarismo, i fattori involutivi dell'attuale politica statunitense. Il militarismo deteriore, causa della degenerazione del sistema, non è una sorta di militarizzazione della società, ma un trasferimento alla società civile dell'esteriorità del comportamento militare con cui si tenta di mascherare ed esorcizzare una sostanziale inefficienza di fondo. Usare le maniere forti per mettere tutti in riga, il militarismo, è indice di incapacità a misurarsi con la realtà dei problemi.
L'imperialismo è lo stesso atteggiamento mentale adottato nei rapporti con l'esterno. Di fronte a difficoltà e nei rapporti internazionali, ad esempio, al realistico timore o rischio che, allo scadere dei termini, da questo contesto potesse scaturirne il mancato rinnovo della convenzione per il Canale di Panama, la linea scelta è stata quella di mettere in riga il piccolo paese ribelle, ricorrendo alle maniere forti. I motivi addotti per l'invasione sono del tutto speciosi, insignificanti ai fini della decisione in se stessa, ma fondamentali per giustificarla agli occhi dell'opinione pubblica.
La tematica della lotta alla droga trova insediamenti e viscerali consensi nell'opinione pubblica per cui viene nuovamente utilizzata per rivolgere un minaccioso avvertimento alla Colombia, uno dei trentuno - non il solo - paesi produttori di droga, da cui il Panama, oltre un secolo fa, venne staccato con la forza per creare uno "stato fantoccio" a salvaguardia degli interessi orbitanti sul Canale. L'invio della flotta in prossimità delle sue acque territoriali è stato ispirato dalla preoccupazione di possibili future rivendicazioni di sovranità e di richieste di riannessione, non dalla volontà reale di fermare l'afflusso di stupefacenti negli Stati Uniti, la cui provenienza è notevolmente molto più differenziata.
L'emblematico caso di Lyndon LaRouche
Passando ad analizzare il terzo aspetto di questo atteggiamento mentale, l'autoritarismo, il Gen. Viviani ha detto che il caso più emblematico ed eclatante è quello di Lyndon LaRouche, che appare "Quale tipica persecuzione politica, aperta violazione dei più elementari diritti della persona e, soprattutto, quale ulteriore prova di questo "preoccupante processo involutivo in atto negli Stati Uniti riguardo ai principi costituzionali..." Viviani ha raccontato come è venuto a conoscenza del caso LaRouche che ha iniziato a valutare con lo "scetticismo del vecchio agente segreto". Il generale ha affermato di non voler entrare nel merito della colpevolezza o meno di LaRouche, ma di non potere fare a meno dall'astenersi dal giudicare le violazioni oggettive commesse, quali "il fatto che sia stato negato alla difesa il tempo necessario per preparare il processo mentre l'accusa ha avuto anni a sua disposizione, quando ci sono le convenzioni internazionali, la convenzione americana sui diritti umani, la convenzione eu
ropea che precisano ciaramente che accusa e difesa devono avere a disposizione il medesimo tempo. E' una cosa talmente elementare che uno si preoccupa, e dirò quali sono i motivi preché uno si deve preoccupare. LaRouche viene incarcerato per reati fiscali, ma le autorità fiscali non hanno fatto alcun addebito prima del processo. Gli accusati sono stati processati due volte violando il principio che il cittadino non può essere processato per lo stesso motivo in due posti diversi. Non parliamo dello scandalo dei giurato che è un'altra pagina veramente vergognosa. E' stato offeso il principio internazionale secondo il quale la pena deve essere proporzionata al reato commesso. Come si fa a dare ad un cittadino di 67 anni una condanna a 65 anni di carcere dei quali 15 scontabili. Sono cose che veramente spaventano; indignano ma spaventano anche. Non viene concessa la libertà su cauzione. Tutta l'influenza dei servizi segreti, quale la scelta della città di Alexandria notoriamente zona di dominio della CIA. Poi
c'è stata tutta la tragedia delle condizioni di salute...". A questo punto il Generale Viviani ha ricapitolato le fasi essenziali della tortura psicofisica a cui LaRouche è stato sottoposto in occasione di un intervento chirurgico resosi necessario durante il suo periodo di carcerazione. Il Generale ha commentato duramente "Qui siamo peggio della Russia Sovietica".