(ANSA) - Roma, 5 marzo - La ripresa delle trasmissioni di Radio Radicale, sospese dal 2 marzo scorso, non dipende più dal Partito radicale ma "dalle altre forze politiche e dalle istituzioni". Lo ha affermato, nel corso di una conferenza stampa, il primo segretario del Pr, Sergio Stanzani, che ha fatto esplicito riferimento alla proposta di legge "sottoscritta da Dc, Pci, Psdi, Pli, Pri, Sinistra Indipendente", ma non da "Msi e Psi" e neanche dal Pr. "Vi sono ragioni economiche oggettive - ha detto Stanzani - perché il Pr, dalla fine di aprile, non sostenga più Radio Radicale, ma è anche una scelta politica: è stato un errore - ha detto - quello di aver accettato che Radio Radicale passasse come organo di informazione del partito". "E' oggi necessario un intervento straordinario e unico - ha aggiunto il segretario radicale riferendosi alla proposta di legge - per mettere Radio Radicale nelle condizioni di acquisire convenzioni con rapporti di carattere privato con le istituzioni". Per la radio - ha detto il
direttore dell'emittente, Giancarlo Loquenzi - se anche si volessero continuare le trasmissioni, non vi sarebbero comunque i mezzi economici: "la legge sull'editoria va a scadenza e il Pr, non presentandosi alle elezioni, uscirà dalle istituzioni perdendo ogni contributo". Loquenzi ha osservato inoltre che il primo segno tangibile della situazione "drammatica" della radio (che per mantenere le proprie frequenze diffonde musica classica e messaggi registrati), sarà l'assenza al congresso del Pci.
L'editore della radio, Paolo Vigevano, ha osservato che uno dei problemi principali derivanti dall'eventuale liquidazione della radio, è quello dell'archivio. Si tratta di quasi 70 mila cassette o nastri su cui sono registrate oltre 20 mila ore di sedute parlamentari, 700 giornate di congressi di partito, 40 mila udienze di processi, 500 sedute di consigli regionali e comunali, relativi agli ultimi 14 anni di vita politica italiana. "Non chiediamo - ha detto Vigevano - il riconoscimento formale di servizio pubblico che pure abbiamo svolto a differenza della Rai che, pur essendolo formalmente, di fatto non lo è stato": ma, anche attraverso l'approvazione della legge, si intende aprire la strada ad un rapporto tra emittenza privata e istituzioni nazionali o locali, anche attraverso la creazione di un "albo" delle emittenti abilitate a questo servizio. Stanzani ha concluso rilevando che coloro che promettono un aumento del contributo alla radio, "vogliono in realtà la sua morte"; "l'unica soluzione" - ha osserv
ato Loquenzi - è l'approvazione di quella legge "entro il 30 aprile", confidando anche sulla manifestata volontà dei Verdi di appoggiarne l'approvazione e su una "rapida conclusione dell'esitazione manifestata dal Psi" che pure in passato "ha usato la radio e se ne è compiaciuto". (ANSA).