Oltre cinquanta persone hanno partecipato questa mattina alla manifestazione sit-in di fronte all'Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese nel 40· anniversario dell'invasione in Tibet.
Così come in molte altre capitali europee (da Bruxelles a Praga, da Parigi a Budapest) i manifestanti hanno chiesto la libertà per il popolo tibetano ed il riconoscimento dei suoi diritti.
I rappresentanti del Comitato "Vivo il Tibet" e dell'Associazione Italia-Tibet ricevute dall'addetto stampa dell'ambasciata Mr.Tang hanno chiesto chiarimenti sulle esecuzioni preannunciate in occasione della data del 10 marzo e sulle condizioni dei tibetani chiedendo inoltre il permesso ad una delegazione di potere entrare in Tibet.
Mr. Tang ha risposto di non essere a conoscenza di nessuna esecuzione ed anzi ha ribadito che il tenore di vita dei tibetani è nettamente migliorato e che il governo cinese a tutti coloro che rispettano la legge fornisce assistenza, istruzione e libertà religiosa. Per quanto riguarda la legge marziale non potrà essere abolita finchè vi saranno tendenze indipendentiste fagocitate dall'esterno.
Il parlamentare Giovanni Negri, che ha partecipato alla manifestazione, ha dichiarato: "Dinnanzi alla conferma di una posizione violenta e intollerante da parte cinese, ritengo che con la prossima visita in Italia del Dalai Lama sia ormai posta all'ordine del giorno la questione del riconoscimento del Governo Tibetano in esilio. Ne dibatteremo nell'ambito dell'intergruppo insieme ai colleghi Piccoli, Testa, Gangi e agli altri che ne fanno parte".