Dal 2 marzo Radio Radicale ha chiuso. Sono passati 10 giorni ma l'eco non si è ancora spenta e l'attività del personale della Radio - redattori, tecnici ed amministrativi - prosegue senza soste per assicurare alla emittente, entro il 30 aprile, un provvedimento che ne garantisca la vita e non la sopravvivenza.
Alle prime dichiarazioni di sorpresa e di disponibilità del Presidente del Consiglio - "Radio Radicale svolge un servizio pubblico ufficiale di informazione" - molte altre se ne sono aggiunte. Dalla Democrazia Cristiana ai Verdi,dal Movimento Sociale a Democrazia Proletaria tutti hanno fatto sentire la loro voce ma,con poche eccezioni,ne è mancata,completamente, traccia nei giornali e alla tv.Se queste condizioni di sostanziale censura permarranno sarà difficile,se non impossibile,salvare Radio Radicale.
L'obiettivo è quello di ottenere dal Parlamento un pronunciamento specifico che riconosca, economicamente, a Radio Radicale il ruolo di servizio pubblico che ha svolto in questi anni e che la metta nelle condizioni di continuarlo in futuro.
Alle forze politiche - all'indomani del congresso comunista - chiediamo di esaminare subito la proposta di legge ad hoc
per Radio Radicale, sin dalle prossime riunioni della Commissione Cultura di Montecitorio.In presenza di uno schieramento tanto vasto e convergente sulle richieste della emittente, ogni dilazione - prolungando il silenzio di Radio Radicale - priva migliaia di cittadini di uno strumento essenziale di democrazia e di informazione.