La Camera,
ricordando e riaffermando il sostegno del Parlamento italiano a favore della trasformazione della Comunità europea in un'Unione politica su base federale;
ricordando in particolare la mozione approvata il 15 novembre 1989, alla vigilia del vertice straordinario dei capi di Stato e di Governo della CEE del 18 novembre 1989 e sulla preparazione del Consiglio europeo di Strasburgo dell'8 e 9 dicembre 1989;
confermando la sua convinzione che i radicali mutamenti politici nei paesi dell'Europa centrale e orientale e l'apertura di nuovi negoziati di disarmo rendono ancora più attuale la prospettiva di un incontro, all'interno di un quadro democratico comune, fra paesi europei separati per decenni da una cortina di ferro;
sottolineando con forza il fatto che la Comunità dei Dodici è ora chiamata a svolgere - sulla base di una politica estera e della sicurezza comune ed attraverso nuovi strumenti istituzionali, più efficaci e più democratici - un ruolo essenziale sia nell'ambito dei prossimi negoziati della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Helsinki 2) sia per determinare un'ampia riforma dell'Alleanza Atlantica, nella prospettiva del superamento dei blocchi politici e militari che hanno caratterizzato le relazioni Est-Ovest dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi;
cosciente del fatto che l'evoluzione in atto nella Repubblica democratica tedesca ed i nuovi rapporti con la Repubblica federale tedesca costituiscono un caso speciale nell'ambito delle relazioni fra la Comunità europea, da una parte, ed i paesi dell'Europa centrale ed orientale, dall'altra;
considerando che la ricerca di una soluzione equilibrata, che tenga conto degli interessi e della sicurezza di tutti i paesi vicini, ed i molti problemi di natura politica, economica, monetaria, sociale ed ambientale potranno essere affrontati e risolti solo attraverso la piena integrazione della Repubblica Democratica Tedesca in una Comunità europea politicamente rafforzata;
riaffermando in questo contesto la necessità di accelerare il processo di unificazione comunitaria, per consentire il suo sviluppo verso una struttura di tipo federale;
Impegna il Governo
a sostenere, già in occasione del prossimo Consiglio europeo straordinario del 28 aprile a Dublino ed in preparazione del semestre di presidenza italiana della Comunità:
A) l'avvio immediato di un processo graduale di piena integrazione della Repubblica democratica tedesca nella Comunità.
Tale processo di integrazione dovrà svolgersi parallelamente al rafforzamento della capacità politica della Comunità europea ed in particolare all'estensione delle sue competenze in materia di politica estera e della sicurezza, nel quadro di un nuovo sistema di sicurezza comune a tutti i paesi dell'accordo di Helsinki.
In questo spirito, la Comunità dovrà presentarsi con una sola voce già ai prossimi negoziati della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa.
B) l'avvio dei negoziati a livello intergovernativo per la realizzazione dell'Unione economica e monetaria, proponendo l'anticipazione della convocazione formale e della prima riunione a livello ministeriale della Conferenza all'inizio del semestre di presidenza italiana della Comunità.
Sottolinea l'importanza che gli obiettivi finali dell'Unione economica e monetaria, le caratteristiche delle sue fasi transitorie ed il principio della fissazione di una data certa per la realizzazione completa dell'UEM siano definiti con precisione nel mandato della Conferenza.
Conferma il suo sostegno alla richiesta del Parlamento europeo di essere associato ai negoziati della Conferenza e chiede al Governo italiano di proporre un metodo di lavoro conforme a questo principio nell'ambito della preconferenza interistituzionale che sarà convocata su iniziativa del Parlamento europeo.
C) la necessità di ampliare la riflessione sulla riforma della Comunità al di là dell'UEM e delle sue implicazioni istituzionali;
Ritiene che il Governo italiano debba proporre, nella sua qualità di presidente di turno della Comunità, l'avvio parallelo di due negoziati intergovernativi:
a) il primo negoziato deve essere finalizzato all'elaborazione di un Trattato che istituisca l'Unione economica e monetaria e che entri in vigore entro il 31 dicembre 1992;
b) il secondo negoziato deve essere finalizzato ad una riflessione sulla riforma istituzionale della Comunità al di là dell'UEM, in vista dell'attribuzione al Parlamento europeo del mandato di redigere un progetto di Costituzione europea che entri in vigore prima delle elezioni europee nel giugno 1994.
Ribadisce la sua convinzione sull'opportunità di preparare questo secondo negoziato a partire dalle proposte di un comitato ad hoc, presieduto dal Presidente della Commissione europea Jacques Delors; ricorda che il Governo italiano aveva accolto questa proposta nella seduta della Camera del 14 novembre 1989 e si attende che tale proposta venga formalmente presentata al Consiglio europeo di Dublino del 28 aprile 1990.
Condivide pienamente la richiesta, formulata dal Parlamento europeo nella risoluzione approvata il 14 marzo 1990 (rapporto Martin), secondo la quale la Conferenza intergovernativa dovrà "riflettere sull'avvenire istituzionale della Comunità, in vista dell'attribuzione al Parlamento europeo del mandato di definire il testo finale del progetto di Costituzione dell'Unione europea".
Condivide, in questo contesto, l'esigenza - sostenuta dal Parlamento europeo nella risoluzione sopra indicata - che i seguenti punti vengano inclusi nella riforma istituzionale della Comunità:
a) la razionalizzazione degli strumenti comunitari per le relazioni esterne ed in particolare la piena integrazione della cooperazione politica nel contesto comunitario;
b) un miglioramento delle disposizioni del Trattato nei settori sociale e ambientale, per garantire che la Comunità sia in grado di sviluppare e gestire politiche più efficaci in tali campi, onde assicurare che il mercato unico funzioni a beneficio di tutti i cittadini comunitari e contribuisca al miglioramento della situazione ambientale;
c) l'inserimento nei Trattati della Dichiarazione sui diritti e le libertà fondamentali, approvata dal Parlamento europeo il 12 aprile 1989, nonchè di disposizioni che favoriscano l'Europa dei cittadini salvaguardandone le identità culturali;
d) un ulteriore miglioramento delle capacità decisionali del Consiglio, prevedendo - in particolare - un sistematico ricorso al voto a maggioranza;
e) un rafforzamento dei poteri della Commissione per l'attuazione della legislazione comunitaria e l'esecuzione dei vari programmi e delle politiche;
f) la riforma del sistema delle risorse proprie della Comunità;
g) il riconoscimento a livello comunitario della doppia legittimità conferita al Consiglio, da una parte, e al Parlamento europeo, dall'altra;
ribadisce l'impegno per il Governo italiano di sostenere e favorire - conformemente alla mozione della Camera dei Deputati del 15 novembre 1989 ed alle risoluzioni del Parlamento europeo del 23 novembre e 14 dicembre 1989, 19 febbraio e 14 marzo 1990 - la convocazione delle "Assise parlamentari sull'avvenire dell'Europa", proposte dal Presidente della Repubblica francese il 25 ottobre 1989;
dichiara la propria piena disponibilità a promuovere, d'intesa con il Senato della Repubblica, oltre che con il Parlamento europeo, la prima sessione plenaria di tali Assise a Roma, nel prossimo mese di ottobre, - impegnando il Governo a sostenere questa iniziativa - per consentire ai rappresentanti eletti dei cittadini, a livello comunitario e nazionale, la definizione di una strategia comune a favore della trasformazione della Comunità in un'Unione europea su base federale e per contribuire a determinare le linee direttrici delle proposte del Parlamento europeo in vista dei negoziati intergovernativi sull'UEM e sulla riforma istituzionale della Comunità.
(6-00120)
Calderisi
Stanzani Ghedini
Teodori
Modugno
Rutelli
Zevi
Azzolina
D'Amato Luigi
Vesce
Faccio
Stralcio della mozione approvata alla Camera il 15 novembre '89
3-bis) coerentemente con le risoluzioni approvate dalla Camera dei deputati e dal Parlamento europeo sugli stati generali dei popoli europei, a sostenere - già in occasione del vertice straordinario del 18 novembre 1989 - la proposta avanzata dal Presidente del Consiglio europeo, Francois Mitterand, relativa all'organizzazione di una grande assise sull'avvenire dell'Europa e della Comunità, promossa dal Parlamento europeo con la partecipazione dei Parlamenti dei paesi membri della Comunità e, in qualità di osservatori, di delegazioni dei Parlamenti degli altri paesi dell'Europa dell'Est e dell'Ovest che partecipano all'Assemblea del Consiglio d'Europa;