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Agora' Agora - 30 marzo 1990
LITUANIA-URSS: DOMANI MANIFESTAZIONI RADICALI A BRUXELLES, BUDAPEST, MOSCA, PRAGA, ZAGABRIA, ROMA (ORE 12 DAVANTI ALL'AMBASCIATA SOVIETICA DI VIA GAETA 5, CON STANZANI, BONINO E VIGEVANO) PER IL »SI AL DIALOGO, NO ALLA VIOLENZA ; A ROMA ADESIONE DI MGS E GLI; A MOSCA DI NUMEROSE ORGANIZZAZIONI

"Sì al dialogo, no alla violenza" sarà questo il contenuto e l'obiettivo delle manifestazioni promosse dal Partito radicale per domani, sabato 31 marzo, simultaneamente in varie capitali europee. Le manifestazioni avranno luogo davanti alle ambasciate dell'Unione sovietica a Bruxelles, Budapest, Praga, Zagabria, Roma, mentre a Mosca i radicali manifesteranno alle 12,00 nel Gorki Park. A ROMA LA MANIFESTAZIONE DI DOMANI SI TERRA' ALLE ORE 12,00 DAVANTI ALL'AMBASCIATA SOVIETICA IN VIA GAETA N.5, e vedrà la partecipazione del Primo Segretario Sergio Stanzani, della Presidente Emma Bonino e del Tesoriere Paolo Vigevano. Alla manifestazione romana aderiscono Movimento giovanile Socialista e Gioventù Liberale; a quella di Mosca Memorial, Moscow Tribune, Unione Democratica, Partito dei Democratici Constitutionali e molti altri partiti e organizzazioni.

I manifestanti consegneranno agli Ambasciatori dell'Urss una lettera rivolta al Presidente dell'Urss Mikhail Gorbaciov e al Presidente della Repubblica della Lituania, Vitautas Landsbergis, documento sul quale ha espresso il suo consenso anche l'ARCI.

»Sappiamo -si legge tra l'altro nella lettera- quali resistenze, quali difficoltà, quali immense prove aspettano il presidente sovietico nel suo difficile cammino per far uscire l'Unione sovietica dal totalitarismo e dal sottosviluppo economico. (...)Il caso delle repubbliche baltiche si colloca ad un livello diverso rispetto alle altre domande di autonomia nazionale esplose nel suo paese. In Lituania, Lettonia ed Estonia si chiede innanzitutto una riparazione storica, cioè la sconfessione di un patto scellerato. Quali potranno e dovranno essere le scelte federative di questi paesi è cosa che segue e non precede questo dovuto atto di riparazione storica. D'altra parte noi riteniamo che tutti i dirigenti democraticamente eletti della Repubblica di Lituania siano consapevoli che le loro aspirazioni alla piena sovranità hanno potuto trovare voce solo grazie all'esistenza della nuova politica di Mikhail Gorbaciov. Siamo convinti quindi che forzature ed impazienze non favoriscano le legittime aspirazioni del popo

lo lituano ma rischino di danneggiarle.

Signor Presidente Gorbaciov, noi siamo qui a manifestare con amicizia e fiducia, davanti alle ambasciate del suo Paese, per farle sapere che la rinuncia dell'Unione Sovietica a considerare acquisiti i diritti sulle repubbliche baltiche sarebbe recepito dal mondo intero come atto di forza e non di debolezza.(...)Le chiediamo quindi, prima che divenga troppo tardi, di ritirare subito le forze militari da quei paesi, di sostituire subito la forza del dialogo a quella delle armi.

Signor Presidente Landsbergis, nel rinnovarle la nostra promessa, totale e senza riserve, di sostenere ogni suo sforzo per cancellare quegli iniqui patti, le chiediamo di non compiere atti che possano pregiudicare ogni forma di dialogo con l'Unione Sovietica.

 
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