Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
lun 05 mag. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie Radicali
Agora' Agora - 26 aprile 1990
CROAZIA: ZAGABRIA- DICHIARAZIONE DI SANDRO OTTONI, CONSIGLIERE FEDERALE DEL PR, IN MERITO AI RISULTATI DELLE ELEZIONI CROATE.

Zagabria 26.4.90

" Nonostante l'estenuante lentezza delle operazioni di scrutinio,

mi pare che già da ora si possano trarre le prime valutazioni.

Leggendo le drammatiche corrispondenze apparse sulla stampa italiana, per le quali il leader dei nazionalisti croati Tudjman avrebbe il 70% dei voti, mi chiedo se i nostri corrispondenti non avessero soprattutto fretta di spostarsi altrove. In realta' basta prendere carta e penna ed i dati, pure parziali, forniti dal confusissimo Press Center di Zagabria, per capire che i nazionalisti ottengono in effetti al primo turno un notevole numero di eletti (59 su 356 seggi, secondo il VIESNJK di oggi), grazie al sistema maggioritario alla francese, ma che il voto effettivo a loro assegnato nella media dei collegi è del 44%.

I comunisti a loro volta ricevono il 32% in media ma ottengono solo 12 seggi, almeno al dato odierno.

Dunque questa grande enfasi sul trionfo dei nazionalisti mi pare quantomeno prematura, prima dei risultati definitivi e prima del ballottaggio.

Va detto che in alcuni collegi, quelli ad alta concentrazione "croata", e nelle aree rurali, più tradizionaliste e anticomuniste, il partito nazionalista (HDZ, Lega democratica croata) ha ottenuto punte del 70, anche 80% dei voti. Ma in altre circoscrizioni, sulla costa dalmata e istriana, nelle metropoli, il dato va notevolmente ridimensionato.

I comunisti in sostanza tengono e tanto più con i loro alleati socialisti (intorno al 4%), anche se non si può certo parlare di successo.

D'altra parte è loro responsabilità la scelta del sistema elettorale maggioritario a due turni che ha impedito la formazione di coalizioni elettorali ampie e nuove. Con questo sistema si è obbligata la gente a votare per più blocchi contapposti ideologicamente e non per idee. Contemporaneamente si è impedito un processo di riforma autentica dei partiti rappresentando in Croazia una recita stravecchia: quella dei comunisti, federali, filo-serbi ma riformatori e quella dei nazionalisti, anti-federali, croatissimi, anti-serbi. I partiti di centro, nelle loro proposte di mediazione moderata, non sono stati capaci di uscire da questa logica.

L'unica organizzazione politica che si è presentata con elementi assolutamente nuovi, a partire dal rifiuto di entrare nel dibattito strettamente nazionalista, è stata la coalizione Lista Europea Verde, che ha tentato di darsi una caratterizzazione non-ideologica ma programmatica, inserendo nel dibattito politico il tema dei rapporti con la Comunità Europea e della macro-ecologia.

Questa lista infatti, al di là delle formule generiche dell'-Europa- e dell'-amicizia con l'Europa-, si è presentata esplicitamente richiedendo l'immediata richiesta di adesione della Croazia e della Jugoslavia alla Comunità europea.

Nei tempi, strettissimi, e nei mezzi, limitati, di questa componente mi pare che il risultato sia stato un successo insperato. La media del 4,1% ottenuta per il Parlamento ed una media sicuramente più alta per i Consigli comunali (i dati esatti non sono ancora noti) smentisce i sondaggi della viglia (2% alla lista e O,4% alla componente radicale) mentre conferma che con un altro sistema elettorale ed una campagna condotta in condizioni di maggiore democraticità, l'idea federalista, europea, radicale, verde, avrebbe grandissime possibilità di affermarsi e di affermare quel nuovo modo di vivere la politica che i cittadini croati, anche attraverso questo voto "distorto", hanno voluto."

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail