"Il risultato delle elezioni ha confermato che la frammentazione del Partito Radicale, il "transpartito", con l'annessa e connessa transnazionalità, sono scelte perdenti e pericolose, non soltanto per i radicali e per quanti hanno sperato nel partito dei diritti civili, della giustizia giusta, dell'anticlientelismo, dell'antipartitocrazia.
Constatarlo oggi è più amaro, perchè il risultato elettorale ha, nello stesso tempo dimostrato che l'insofferenza per la lottizzazione partitocratica, per i metodi clientelari, per le antiche e nuove malefatte di regime è ampia e diffusa, quanto destinata, per i modi in cui si è espressa, a dimostrarsi inconcludente, contradittoria e tale da giovare al regime contro cui vorrebbe reagire.
Non è forse troppo tardi per ritrovare la via dell'unità e della chiarezza radicale, la via delle battaglie vincenti, della coerenza.
Non si tratta di cercare la polemica sul passato, ma di non rifiutare un'analisi realistica delle scelte fatte, che consenta di ritrovare una strada diversa da quella che ha portato dove ha portato.