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Agora' Agora - 12 maggio 1990
TRIBUNE TELEVISIVE SUI REFERENDUM: "MI AUGURO CHE I COMITATI PROMOTORI DEI REFERENDUM VOGLIANO IMMEDIATAMENTE RICORRERE ALLA CORTE COSTITUZIONALE SOLLEVANDO UN CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE TRA POTERI DELLO STATO CONTRO LA COMMISSIONE DI VIGILANZA PER LO SCEMPIO PERPETRATO A DANNO DEL DIRITTO ALL'INFORMAZIONE DEI CITTADINI."

Dichiarazione di Peppino Calderisi, Presidente del Gruppo federalista europeo.

"Per legge, le campagne elettorali per i referendum devono durare trenta giorni. Ma la Commissione di vigilanza l'ha arbitrariamente ridotta a venti (ben oltre lo stesso periodo di concomitanza della campagna per le amministrative) assumendo anche altre decisioni arbitrarie.

In primo luogo la riduzione ad uno soltanto dei due Comitati promotori dei due referendum sulla caccia, Comitati che sono giuridicamente due soggetti distinti.

In secondo luogo l'ampliamento dei soggetti ammessi alle tribune rispetto a quelli previsti dalla legge (Comitati promotori e partiti presenti in Parlamento) L'ampliamento riguarda solo le associazioni per il NO (ma che in realtà intendono fare propaganda all'astensione) e non quelle per il SI. Pertanto sulla caccia, ad esempio, avremo solo le associazioni venatorie ma non le associazioni ambientaliste.

Infine il numero ridottissimo di trasmissioni deliberate dalla Commissione di vigilanza, obiettivamente volto a favorire scarsa informazione e dibattito sui temi referendari.

Per tutte queste ragioni mi auguro che i Comitati promotori dei referendum (anche quello sullo statuto dei lavoratori) vogliano promuovere, nella loro qualità di poteri dello Stato, un conflitto di attribuzione nei confronti della Commissione di vigilanza.

Se questa non muterà radicalmente le proprie deliberazioni, sarà la Corte costituzionale a decidere. Almeno per i prossimi referendum potrà essere così impedito alla Commissione di vigilanza di compiere un altro scempio a danno del diritto all'informazione dei cittadini e dell'istituto costituzionale del referendum."

 
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