Dichiarazione di Peppino Calderisi, Presidente del gruppo federalista europeo. "Tra le varie voci che si sono levate a chiedere nuove regole per i referendum occorre fare una distinzione.
A coloro che hanno sempre avversato i referendum, parlando ogni volta di abuso - e che ora vorrebbero cogliere l'occasione per liquidarli definitivamente - rispondiamo e risponderemo con l'impegno per la più intransigente difesa di questo istituto che ha svolto un ruolo fondamentale nella storia del nostro paese negli ultimi venti anni.
A coloro che si pongono seriamente il problema di migliori garanzie per il referendum, diciamo che c'è una questione di fondo da affrontare. E' quella dell'informazione,per garantire davvero ai cittadini il diritto di conoscere per giudicare. Occorre impedire, com'è accaduto in modo clamoroso in questa occasione, la cloroformizzazione e marginalizzazione dei referendum da parte dei mezzi d'informazione televisivi cui si deve la vittoria dell'astensionismo (molto più della campagna astensionista vera e propria censurata anch'essa dalla TV).
La seconda questione-come ha già sottolineato il prof.Armaroli- è quella che i referendum non siano meramente consultivi o di stimolo per il Parlamento,cioè che non vi sia una divergenza sostanziale tra l'effetto giuridico del quesito e lo scopo dei promotori. Questa divergenza snatura l'istituto del referendum e rende problematica agli elettori la comprensione dello scontro referendario.
Sulla caccia occorreva formulare un quesito non di abolizione ma di limitazione, dato che lo scopo della quasi totalità dei promotori era questo. Quando si affrontò la questione, fu il PSI ad imporre un quesito abolizionista; purtroppo solo i radicali si batterono con fermezza per evitare questa divergenza tra quesito e scopo dei promotori.
Lo stesso discorso vale per i referendum sulle leggi elettorali, la cui necessità è rafforzata proprio dai risultati del 6 maggio e del 3 giugno.
Occorre che i referendum siano strumenti di decisione effettiva. Per questo mi auguro che tutti i promotori vogliano ancorarsi al risultato derivante dal quesito del referendum (sistema maggioritario ed uninominale), e non si prefiggano obiettivi diversi (come quello sul premio di maggioranza), che snaturerebbero ed indebolirebbero l'iniziativa referendaria".