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Agora' Agora - 14 giugno 1990
LETTERA DEL PRESIDENTE DEL GRUPPO PARLAMENTARE FEDERALISTA EUROPEO ALLA PRESIDENTE DELLA CAMERA ED AI PRESIDENTI DEI GRUPPI PARLAMENTARI A PROPOSITO DEL VERTICE DI DUBLINO

Al Presidente della Camera dei Deputati

e p.c. Ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari

Signor Presidente,

Il 25 e 26 giugno ci sarà il Vertice di Dublino che prenderà decisioni importantissime sul modello di Unione politica da realizzare, decisioni che condizioneranno in modo determinante il semestre di presidenza italiana della CEE.

E' pertanto indispensabile un dibattito in Parlamento prima di tale Vertice. Ne avevamo già parlato nella Conferenza dei capigruppo alcune settimane fa. Ma dalle notizie in mio possesso, il Governo non sembra disponibile a questo dibattito. Se quantomeno si fosse svolto al Senato, come era stato previsto in un primo tempo, non avremmo forse insistito. Ma non tenerlo in alcun ramo del Parlamento è gravissimo.

Tanto più grave se si considera che sta prevalendo la tesi non di un'unione di tipo federale con l'attribuzione di poteri effettivi al Parlamento europeo - come ha sempre chiesto il Parlamento italiano e lo stesso corpo elettorale con il referendum del 18 giugno 1989 - ma un'unione di tipo confederale e intergovernativa, insomma un'Europa delle patrie.

Non si tratta quindi della questione di fare passi più o meno piccoli, ma in quale direzioni farli, perchè siamo difronte a politiche del tutto opposte.

In sede europea il Governo italiano sta supinamente accettando quest'impostazione, sostenuta non casualmente da francesi e inglesi. Non ha ritenuto di porre alcun problema o di aprire un dibattito. Ora non intende neppure discuterne in Parlamento, non comprendendo che gli indirizzi delle Camere lo rafforzerebbero in sede di Vertice europeo. Tenere il dibattito dopo Dublino, quando saranno state già prese le decisioni di fondo, è evidentemente un'altra cosa.

Si parla tanto di Europa e di semestre di presidenza dell'Italia. Il Presidente della Repubblica rivolge appelli e richiami al senso di responsabilità. Ma quale politica debba avere il nostro paese non è dato di capire, e sembra interessare poco lo stesso Governo.

La prego pertanto, Signor Presidente, di voler esperire ogni tentativo affinchè almeno in questo ramo del Parlamento si possa tenere questo importantissima discussione.

RingraziandoLa sentitamente, Le invio i migliori saluti

Peppino Calderisi

 
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