L'assenza di iniziativa politica comunitaria europea da parte della Presidenza italiana rischia di essere di inaudita gravità, oltre a rappresentare un vero scandalo politico, di carattere omissivo, se si tien conto della ventennale politica federalista, pressocché unanime da molti anni, del Parlamento italiano e del referendum plebiscitario per i poteri costituenti (e la costituzione degli Stati Uniti d'Europa) da conferire immediatamente al Parlamento Europeo.
Il Governo italiano ha omesso di attivare anche meccanismi tradizionali, quale quelli della "cooperazione politica", così servendo la logica centrifuga e dissolutoria insita nelle politiche nazionali e sostanzialmente nazionaliste dei governi francese, tedesco, inglese rilanciate in occasione della ennesima, grave, tragica crisi nel vicino e medio Oriente. Il Governo italiano non ha attivato nessun mezzo di intervento e di dialogo, non ha consentito alla Commissione esecutiva di Bruxelles di dare il suo apporto istituzionale (e la Commissione ha responsabilità d'esser restata inerte anch'essa), né ha chiesto alcuna riunione o sessione straordinaria del Parlamento europeo, risulta estraneo o disinteressato - finora - alla riunione straordinaria della Commissione politica (e delle relazioni economiche) che si terrà martedì 28 agosto a Bruxelles.
Il Partito Radicale, transnazionale e transpartito, deplora il venir meno del Governo italiano ai suoi doveri istituzionali e politici, nazionali e comunitari. Chiede che il Ministro degli Esteri De Michelis annulli ogni precedente impegno per partecipare alla anzidetta riunione del Parlamento Europeo.
La "missione" che porta in giro la cosiddetta "troika", Italia, Irlanda e Lussemburgo, ha del grottesco, in assenza di decisioni e di impegni comunitari da applicare e da illustrare.
La politica estera europea, in tal modo, è inesistente, e suicida. Quella italiana conferma la sua velleitaria, confusionaria, pseudocosmopolita e provinciale, natura.
Aver rinunciato a proporre pubblicamente, di fronte all'opinione pubblica mondiale, un incontro ai massimi ivelli dei dodici, quindi ad imporne, in un modo o nell'altro, la tenuta; aver mantenuto in smobilitazione da vacanze le istituzioni europee, e limitarsi ad andare a spasso come grilli parlanti o moschie cocchiere presso interlocutori distratti e comprensibilmente attratti da altri e da altre iniziative, tutto questo conferma la dolorosa corrività che ha finito per costringere, ad esempio, gli eletti radicali nel Parlamento italiano a rompere la ventennale tradizione di unità nelle principali azioni internazionali dei nostri Governi.
In questo contesto, e se il Presidente Andreotti non riprende in mano la situazione, maturano le condizioni per raccogliere in Parlamento, e proprio per l'esercizio inaccettabile ed irresponsabile della Presidenza italiana della CEE, le firme per una mozione di sfiducia nel Parlamento italiano e per iniziative coerenti in quello europeo.
F.to
S. A. Stanzani Primo Segretario del PR
E. Bonino Presidente
P. Vigevano Tesoriere
M. Pannella Presidente del Cons. Federale