Riguardo all'arresto per droga di Edoardo Agnelli in Kenia, il CORA esprime tutta la sua solidarietà al figlio del presidente della FIAT, e gli augura di riacquistare al più presto la sua libertà.

Il CORA si compiace che Edoardo Agnelli abbia espresso pubblicamente la sua posizione contraria alla legge anti droga imposta da Bettino Craxi, e favorevole alla legalizzazione delle droghe pesanti e leggere. Una opinione tanto più valida in quanto espressa in una situazione in cui essa potrebbe determinare notevoli rischi sul piano personale.

Si compiace anche del fatto che la stampa italiana abbia assunto un atteggiamento rigorosamente garantistico, dando ampio rilievo alle tesi della difesa oltre che alle accuse delle autorità di polizia.

Ci sembra peraltro opportuno immaginare quale sarebbe stata la situazione di Edoardo Agnelli se l'episodio fosse avvenuto in Italia.

A seguito del ridimensionamento dell'accusa iniziale (trecento grammi di eroina), l'incriminazione di Agnelli deriverebbe dal possesso di 0,3 grammi di eroina e di "un pò di marijuana": quantitativi che tutti i commentatori hanno implicitamente giudicato irrilevanti. Ricordiamo che, ai termini della legge Jervolino-Vassalli essi avrebbero indicato l'arresto e il processo penale; e che quantitativi anche inferiori avrebbero determinato il ritiro del passaporto o, in alternativa, un programma terapeutico controllato dall'autorità giudiziaria.

Il CORA si augura che per il futuro tutti i casi di arresti per droga all'estero, ma anche e soprattutto in Italia, vengano trattati dai mass-media con la stessa obiettività critica e con lo stesso rispetto per i diritti degli accusati, indipendentemente dal loro censo e notorietà.