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La Repubblica - 11 marzo 1995
UNA NAVE DA GUERRA A DIFENDERE LE SOGLIOLE
Si esaspera il braccio di ferro Canada-Europa

La Repubblica, 11 marzo 1995

di Franco Papitto

Bruxelles - L'han già battezzata la "guerra dell'ippoglosso", dal nome colto del pesce la cui pesca oppone in queste ore, anche a cannonate, il Canada e l'Unione Europea. L'ippoglosso è per i comuni mortali la sogliola atlantica o limanda, che si trova nei banchi dei surgelati in ogni supermercato. Al gusto non è un granché ma gli europei, soprattutto spagnoli e portoghesi, ne pescano circa 50.000 tonnellate all'anno di fronte al Canada. Anche l'ippoglosso sta scomparendo e i canadesi vorrebbero che si desse un po' di respiro agli esemplari che ancora vivono al largo di Terranova. Perciò hanno mobilitato l'Opano, l'Organizzazione per la pesca nell'Atlantico del Nord-Ovest: vorrebbero una moratoria immediata di due mesi e poi la limitazione delle catture globali a 27.000 tonnellate. Agli europei ne toccherebbero solo 3.400, mentre il Canada si riserva la parte del leone: 16.300 tonnellate contro le 6.400 pescate in media fra il '91 e il '93. L'unione europea ha contestato la ripartizione e ha chiesto trattati

ve; i canadesi sono scesi a vie di fatto e giovedì sera hanno sparato quattro cannonate contro il peschereccio spagnolo "Estai", che pescava di fronte al Canada ma in acque internazionali, l'hanno scortato in un porto e hanno arrestato il comandante. La responsabilità della pesca nella Commissione Europea e di Emma Bonino, che ha definito l'attacco dei canadesi "un atto di pirateria premeditata" e ha annunciato che la Cee non se ne starà con le mani in mano. In effetti, già ieri i ministri della ricerca scientifica hanno deciso di sospendere l'esame di un accordo di cooperazione con il Canada nel loro settore. La Commissione europea è stata incaricata di studiare e proporre tutte le possibili rappresaglie economiche. La Spagna ha intanto deciso autonomamente di mandare al largo di Terranova una nave da guerra perché non si ripetano "atti di pirateria". Le posizioni paiono inconciliabili ma, ovviamente, nessuno è disposto a morire per qualche tonnellata di ippoglossi. Dal Ruanda, dove si torva per constatare

le conseguenze di una guerra vera, Emma Bonino pensa già a come riannodare il dialogo con Ottawa. Non prima, però, che i canadesi abbiano chiesto scusa, riparato i danni all'Estai e liberato il comandante.

 
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