"NON VORREMMO CHE SIA STATO PER UN RIFLESSO QUALUNQUISTICO, SOMMARIAMENTE PREGIUDIZIALE PER LA DECISIONE DI CONCUTELLI DI ISCRIVERSI AL PARTITO RADICALE"."L'atteggiamento del magistrato di sorveglianza di Roma che ha concesso un permesso di sei ore a Concutelli per fare visita alla madre in fin di vita, e le modalità con cui si é svolto, ci lasciano perplessi. Non vorremmo sia stata la reazione ad una sorta di delitto di lesa maestà, per avere, i deputati radicali, nelle settimane scorse presentato al Ministro di Grazia e giustizia due interrogazioni sulle ragioni del ritardo nella risposta alla istanza che Concutelli aveva presentato circa un anno fa.
Non vorremmo, soprattutto, che ci sia stato un riflesso qualunquistico, sommariamente pregiudiziale per la decisone di Concutelli di iscriversi al Partito radicale. Tale adesione é stata, come ha scritto Concutelli in una lettera a Marco Pannella, "una scelta noviolenta maturata nel tempo e nel dolore ed arrivata in ritardo a causa di una sorta di fobia-pudore, generata dai negativi trascorsi, per quanto di "corporativo" potesse, a torto, individuarsi in una adesione dettata dalle pressanti ed anguste contingenze del carcere".
L'attualità del comportamento anche carcerario e la scelta nonviolenta di concutelli, proprio perché vengono da lui, dovrebbero essere apprezzate come conquista civile e democratica, ed il Partito radicale riconosciuto come mezzo e per la sua opera di riconquista alla vita civile, politica e democratica, di coloro che se ne erano allontanati."
Il testo dell'interrogazione:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE
Al Ministro di Grazia e Giustizia,
premesso che:
- i sottoscritti hanno presentato una precedente interrogazione in commissione ed una seconda in aula, il 21 settembre 1990, sul caso del permesso per gravi motivi di famiglia a Pierluigi Concutelli, attualmente detenuto nel carcere di Rebibbia;
- Pierluigi Concutelli ha usufruito, in data 24 settembre 1990, di un permesso di sei ore che si è svolto con l'accompagnamento di una scorta composta da sei carabinieri presenti dentro casa, di cui uno col mitra spianato, e da altri quattro che stazionavano sotto l'abitazione;
- il magistrato di Sorveglianza, dott. Daga, aveva in più occasioni manifestato, l'ultima volta il 10 settembre scorso, all'avvocato Ennio Sciamanna, alla convivente Silvia Dayan ed allo stesso Concutelli, il proposito di concedere un permesso della durata di tre giorni, eventualmente con pernottamento in carcere o in caserma;
Per sapere:
1) se le modalità di esecuzione del permesso abbiano rispettato il senso di umanità e di dignità della persona, in considerazione delle ragioni e delle finalità per cui il permesso era stato concesso;
2) se le esigenze di sicurezza non potevano comunque essere garantite, nel pieno rispetto dei principi di umanità e dignità;
3) quali ragioni sono intervenute per cui il magistrato ha mutato orientamento, dopo il 10 settembre, decidendo di ridurre da tre giorni a sei ore la durata del permesso.