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Agora' Agora - 24 ottobre 1990
LETTERA APERTA DEL COORDINAMENTO RADICALE CONTRO LA PENA DI MORTE AI MEMBRI DELLA CORTE COSTITUZIONALE UNGHERESE.
Budapest, 24 ottobre 1990. Attila Pal Zsomhazi, animatore del coordinamento radicale contro la pena di morte si è recato sta mattina nella sede della Corte Costituzionale ed ha recapitato una lettera nella quale chiede ai membri della Corte di abolire definitivamente e totalmente la pena capitale, come è in loro potere.

Egregi Signori Membri della Corte Costituzionale,

Abbiamo saputo dalla stampa che l'abrogazione della pena di morte nel nostro Paese sarebbe stata molto probabilmente all'ordine del giorno della vostra seduta odierna.

E' questa - se è veritiera - un'informazione che ci riempie di speranze.

Come saprete il Partito radicale è da anni impegnato per l'abolizione ovunque nel mondo di questo residuo di barbarismo. Attraverso la battaglia per la vita Paula Cooper, una minorenne condannata a morte all'età di quindici anni negli Stati Uniti, siamo riusciti a mobilitare in molti Paesi l'opinione pubblica sul suo caso e sul problema della pena di morte in generale e ad ottenere dopo non poche difficoltà una importante vittoria con la commutazione della pena di morte di questa ragazza in una pena a ventanni di incarcerazione.

In Cecoslovacchia, grazie ad un forte impegno dei radicali, subito appoggiati dallo stesso Presidente Havel, la pena capitale è stata, alcuni mesi fa, definitivamente e completamente abolita dal Parlamento di questo Paese.

Ora siamo impegnati perché nei Paesi dove questa pena ancora esiste, ed in primo luogo negli Stati Uniti, esempio di democrazia in molti casi ma non certo in questo, nell'Unione Sovietica della Glasnost e della Perestroika, essa venga rapidamente e totalmente cancellata. Ma siamo impegnati anche in quei Paesi come l'Ungheria e tanti altri, dove benché non piu' applicata la pena di morte sussiste ancora nell'ordinamento legale ed è, quindi, suscettibile, di essere riapplicata.

E' dunque fiducioso che mi rivolgo a Loro, in quanto uomini ed in quanto guardiani supremi della costituzione, sicuro che non potranno non considerare che togliere la vita, anche da parte di un stato, sia un gesto inumano, contrario ai grandi valori della civiltà, cristiani o laici che essi siano, e contrario allo spirito e alla regola della nuova repubblica ungherese.

Con i miei piu' speranzosi e distinti saluti,

Attila Pal Szomhazi

(del coordinamento radicale contro la pena di morte)

 
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