L'AFFARE DORU BRAIA CONTINUA. DOPO AVERGLI PROMESSO CHE POTEVA RITIRARE UN NUOVO PASSAPORTO PRESSO L'AMBASCIATA RUMENA DI BUDAPEST LE AUTORITA' RUMENE CI RIPENSANO E GLI CONCEDONO DI AVVIARE UNA PROCEDURA BUROCRATICA CHE CONSENTIRA' DI OTTENERE IL PASSAPORTO NON PRIMA DI TRE MESI... UNA BEN STRANA CONCEZIONE DELLA LEGALITA' E DEL DIRITTOBudapest, 5 novembre 1990. Come ci si ricorderà la settimana scorsa Doru Braia, cittadino rumeno, domiciliato in Germania, è stato bloccato alla frontiera ungaro-rumena e gli è stato impedito di prendere parte alla prima conferenza sui Diritti dell'Uomo in Romania, a Timisoara.
Immediatamente il signor Braia ha manifestato la sua volontà di non lasciare il posto di frontiera fin quando le autorità rumene non gli avrebbero mostrato le ragioni ufficiali ed i documenti legali di un tale atteggiamento, annunciando inoltre che avrebbe cominciato uno sciopero della fame.
Nelle ore successive si sono associati al suo digiuno diversi membri della Società Timisoara (tra i quali il suo Presidente, George Serban) e del Partito radicale transnazionale. All'una del mattino del giorno successivo hanno assistito alla sua espulsione manu militari verso la frontiera ungherese.
Al termine dei suoi lavori la Conferenza sui diritti dell'uomo ha incaricato alcuni tra i suoi piu' prestigiosi partecipanti, a incontrare il Ministro degli interni rumeno a Bucarest.
Al termine di questo incontro, avvenuto lunedì scorso, i responsabili rumeni hanno assicurato alla delegazione che il problema Braia sarebbe stato risolto al piu' presto. Lo stesso Braia ha ricevuto una telefonata dal Ministero degli interni rumeno che lo assicurava che poteva recarsi all'ambasciata rumena di Budapest per ritirare un nuovo passaporto.
Recatosi alla suddetta ambasciata l'indomani (martedì 30 ottobre) Doru Braia si è sentito dire dai responsabili dell'ambasciata rumena di Budapest che non poteva ritirare un nuovo passaporto bensì iniziare le procedure "normali" che gli avrebbero consentito entro tre mesi minimo di ricevere un nuovo passaporto.
Il Partito radicale non puo' che prendere atto di questa ostinazione delle autorità rumene nella illegalità oltre che nella intolleranza, nel rifiuto di assicurare a Doru Braia la possibilità di esercitare un suo fondamentale diritto, quello di potersi recare liberamente nel proprio Paese.
Con queste sue manifestazioni di solidarietà a Doru Braia in diverse capitali europee è il diritto alla libera circolazione delle idee e delle persone che il Partito radicale intende difendere, invitando tutti i cittadini che hanno a cuore di difendere e di rafforzare questi diritti, ad associarsi a questa iniziativa e a raggiungerli di fronte all'ambasciata rumena martedi 6 novembre alle ore 12, oppure, se ne fossero impediti di scrivere una lettera di protesta all'ambasciatore rumeno nel loro Paese.
Partito radicale
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