Giovedi' 8 novembre, il Partito Radicale ha organizzato a Budapest una manifestazione di fronte alla Ambasciata rumena per la liberta' di circolazione delle persone e delle idee. Il caso del cittadino rumeno Doru Braia a cui viene impedito da piu' mesi di poter rientrare legalmente e con i pieni diritti civili nel suo paese, e' stato preso a simbolo della pericolosa situazione politica rumena.
Di seguito riportiamo i commenti della stampa ungherese pubblicati su quasi tutti i principali quotidiani. Da segnalare che la sera della manifestazione anche la Televisione magiara, nel telegiornale della sera ha riportato la notizia con una intervista a Doru Braia e con immagini della manifestazione radicale.
****** PESTI HIRLAP, 9 NOVEMBRE 1990., PAG.16
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Ieri pomeriggio, alle 6 il Partito Radicale Transnazionale ha tenuto una manifestazione davanti all'ambasciata rumena per il rispetto dei diritti dell'uomo in Romania. Alla manifestazione hanno partecipato sei persone.
****** NEPSZAVA, 9 NOVEMBRE 1990., PAG.4
MANIFESTAZIONE DAVANTI ALL'AMBASCIATA DELLA ROMANIA
Il Partito radicale transnazionale ha organizzato una manifestazione davanti all'ambasciata di Romania. Hanno ribadito la pretesa formulata nella lettera indirizzata al presidente Ion Iliescu; e cioe' che le autorita' rumene rendano possibile il ritorno di Doru Braia, cittadino rumeno, nella sua patria. L'esponente dei diritti dell'uomo che aveva vissuto in esilio per 12 anni e' stato espulso piu' volte anche dopo la rivoluzione.
Braia ha dichiarato al corrispondente della MTI (l'Agenzia di stampa ungherese ndt): "da sette mesi mi e' stato promesso un'infinita' di volte che sarei potuto ritornare in Romania. La loro tattica e' di rimandare sempre la data. Vogliono impedire che io partecipi alla vita politica del mio paese".
****** NEPSZABADSAG, 9 NOVEMBRE 1990., PAG.4
MANIFESTAZIONE DAVANTI ALL'AMBASCIATA DELLA ROMANIA
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Il Partito radicale transnazionale ha organizzato una manifestazione davanti all'ambasciata di Romania. Hanno ribadito la pretesa formulata nella lettera indirizzata al presidente Ion Iliescu; e cioe' che le autorita' rumene rendano possibile il ritorno di Doru Braia, cittadino rumeno, nella sua patria. L'esponente dei diritti dell'uomo che aveva vissuto in esilio per 12 anni e' stato espulso piu' volte anche dopo la rivoluzione.
*****MAGYAR HIRLAP, 9 NOVEMBRE 1990., PAG.16
MANIFESTAZIONE PER I DIRITTI DELL'UOMO
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Ieri mattina alcuni membri del Partito radicale transnazionale hanno organizzato una manifestazione pacifica davanti all'ambasciata di Romania a Budapest. Sui loro cartelli si chiedeva il rispetto dei diritti dell'uomo e il ristabilirsi di una situazione di legalita' in Romania.
****** MAGYAR NEMET, 9 NOVEMBRE 1990., PAG.6
PACIFICA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA.
IL CONSIGLIERE DELL'AMBASCIATA DI ROMANIA ACCUSA DORU BRAIA DI DISTURBO DELL'OPINIONE PUBBLICA
Giovedi' alle 4 di pomeriggio i rappresentanti del Partito radicale transnazionale e dell'associazione radicale per gli Stati Uniti d'Europa hanno tenuto una manifestazione nonviolenta di protesta davanti all'ambasciata di Romania. La manifestazione era disciplinata. Hanno partecipato ungheresi di Transilvania e rumeni, fra cui anche quella persona che, pretendendo il rispetto dei diritti umani di Doru Braia, ha annunciato di darsi alle fiamme se non venisse ristabilito il diritto minimo di poter entrare nella propria patria, fornito di una carta d'identita' rumena.
Doru Braia si e' trasferito in Germania sette anni fa, ancora nell'era ceauseschiana, conservando la cittadinanza rumena. Nel gennaio di quest'anno e' tornato nel suo paese per contribuire, con le sue esperienze acquisite nell'Europa democratica, alla crescita del suo popolo.
E' stato espulso dalla Romania per la quarta volta, in un modo drastico e violento: gli sono stati sequestrati il portafoglio e le chiavi della macchina ed e', anche, stato picchiato a sangue. Sua moglie e i suoi figli vivono in Germania.
Specificando quale accusa era stata sollevata contro di lui ha ricordato di essere stato accusato di sommossa e provocazione.
La lotta di Doru Braia e' diventata, da allora, la resistenza di un uomo solitario, perche' come ha ribadito, il Partito radicale transnazionale e l'associazione per gli Stati Uniti d'Europa evidentemente non intendono ingerire negli affari interni rumeni, ma protestano qui, in Ungheria ,come in tutti i paesi dove sono presenti, contro l'offesa dei diritti dell'uomo rifiutando ogni sorta di violenza.
Doru Braia nell'intervista data alla TV ungherese ha chiesto ripetutamente l'aiuto del Parlamento ungherese, come cittadino europeo e allo stesso tempo cittadino rumeno.
Durante la manifestazione ha consegnato al consigliere di ambasciata una lettera nella quale ha dichiarato di non rinunciare ne' alla cittadinanza rumena ne' al suo diritto di avere un passaporto.
Secondo le informazione ricevute da Braia, all'Ambasciata e' stato accusato di provocazione e gli e' stato comunicato che da Bucarest non era arrivata nessuna autorizzazione per rilasciargli il passaporto. Il corrispondente della MTI, che e' entrato all'ambasciata con la delegazione composta di quattro persone, ci ha informato che successivamente alla cortese accoglienza il colloquio si e' trasformato in una discussione accesa, in un litigio in rumeno che egli non ha capito.
Olivier Dupuis, cittadino belga, consigliere federale del Partito radicale transnazionale ci ha informato che il tentativo di Doru Braia di riavere il suo passaporto e' fallito.
Secondo Doru Braia le autorita' rumene da otto mesi continuano a fare delle promesse di rilascio del suo passaporto e di tutto cio' che spetta, per diritto, ad un cittadino rumeno. Cosi' anche la promessa fatta a Sergio Stanzani, segretario del Partito Radicale, a Roma e' stata un gesto tattico da parte delle autorita' rumene.
Il risultato della manifestazione di giovedi' sembra confermare il parere del politico d'opposizione rumeno.
Eva Olah