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Agora' Agora - 4 dicembre 1990
SILVIA BARALDINI RESTA NEGLI USA?

Silvia Baraldini, cittadina italiana, è detenuta negli Stati Uniti, accusata di reati associativi (è sospettata di aver partecipato alla preparazione di crimini e di favoreggiamento indiretto dell'evasione di Joanne Chesimard, appartenente ad un gruppo "rivoluzionario"). Per i reati associativi la stessa Corte d'Appello ha ammesso la carenza di prove; non c'è mai stata alcuna incriminazione per atti di violenza o detenzione di armi. Un appello a suo favore, rivolto al Capo dello Stato, Cossiga, è stato sottoscritto da 270 parlamentari italiani.

"Con la riforma del nuovo codice penale in Italia, il trasferimento di Silvia Baraldini comporterebbe una sostianzale riduzione della sentenza per cui è stata condannata. Verrebbe rilasciata entro pochi anni. Ed è proprio questo che andrà discusso a Roma." Così ha dichiarato un alto funzionario del ministero di Giustizia americano a Washington, alla vigilia della partenza del ministro di Giustizia americano Richard Thornburg

alla volta dell'Europa.

Thornburg sarà a Roma il 5, 6 e 7 dicembre, dove incontrerà il Ministro Scotti per discutere del caso Baraldini.

Emma Bonino, Nadia Masini, Emilio Vesce, Alessandra Cecchetto Coco e Lucia Fronza Crepax hanno mandato al Ministro Scotti una lettera aperta, di cui pubblichiamo di seguito il testo.

E' prevista una conferenza stampa ed è stato richiesto un incontro con Richard Thornburg.

Roma, 4 dicembre 1990

Al Ministro degli Interni

on. Vincenzo Scotti

S E D E

Signor Ministro,

sappiamo che Lei incontrerà in questi giorni l' Attorney General degli Stati Uniti R. Thornburg, in Italia per la riunione dei ministri degli interni, e - a quanto ci risulta- per discutere il caso Baraldini.

Come Lei sa da oltre due anni questa vicenda è all'attenzione del Presidente della Repubblica, del Parlamento, del Governo e dell'opinione pubblica come ampiamente documentato dagli allegati.

Inoltre recentemente lo stesso Presidente del Consiglio, on. Giulio Andreotti, su nostra sollecitazione ha sollevato per ben due volte il caso,in occasione degli incontri avuti negli Stati Uniti con il Presidente Bush.

Pensavamo di poter sperare in una - seppur tardiva - soluzione positiva del caso, ma recenti dichiarazioni - per molti versi stupefacenti ed inesatte - di un alto funzionario del Ministero di Giustizia degli Stati Uniti riportate dall'ANSA, ci hanno vivamente preoccupato e stupito: certamente per quanto concerne la situazione di Silvia Baraldini, ma anche e soprattutto per i giudizi non lusinghieri relativi alla legislazione penitenziaria e penale del nostro Paese.

La vicenda della signorina Baraldini, come quella degli altri tremila italiani detenuti all'estero, è stata occasione di molteplici iniziative parlamentari che hanno consentito l'accelerazione della ratifica della convenzione di Strasburgo e successivamente il completamento del quadro legislativo che la ha resa operante. Noi riteniamo che esse rappresentino momenti di grande valore per la nostra giustizia.

La preghiamo perciò di voler sollevare con molta fermezza, in occasione dell'incontro che avrà nei prossimi giorni, il caso Baraldini: Anche perchè ogni ulteriore dilazione da parte delle autorità americane ci sembra lesivo non solo dei diritti della signorina Baraldini, ma anche e soprattutto della stessa legislazione italiana.

In attesa di Sue comunicazioni, voglia gradire, Signor

Ministro i nostri cordiali saluti.

 
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