E' DEL TUTTO EVIDENTE che sono necessarie ben più delle due settimane previste dalla conferenza per raggiungere un accordo accettabile su questa questione; perciò la buona volontà dei governi partecipanti si dimostrerà sin dall'inizio dalla loro disponibilità a formare gruppi di lavoro in grado di studiare tutti gli aspetti della questione e fornire un documento di lavoro ad una prossima conferenza da convocarsi entro il 1992.
Negli anni e nei mesi scorsi l'associazione Parliamentarians Global Action ha lanciato una campagna e promosso un appello in vari parlamenti del mondo raccogliendo oltre 2200 firme di parlamentari di oltre 40 paesi affinchè questo emendamento che prevede l'interdizione di tutti gli esperimenti nucleari compresi quelli sotterranei fosse approvato. In Italia su iniziativa di Giovanni Negri, Emma Bonino e Lorenzo Striklievers sono state raccolte 150 firme di parlamentari e nei mesi scorsi una delegazione di parlamentari ha consegnato queste 2200 firme a gorbachev, bush e regno unito.
Lunedì una delegazione di Parliamentarians Global Action consegnerà a Perez de Cuellar questa petizione e già domani la stessa delegazione incontrerà Mr. Alabatas (indonesia) che sarà il presidente della Conferenza.
L'atteggiamento negativo degli Stati Uniti appare del tutto evidente : il tentativo è quello di far fallire la conferenza, e votare contro persino a qualsiasi proposta di aggiornamento. In questa situazione il ruolo della Gran Bretagna e dell'Unione Sovietica diviene decisivo.
Pacifisti, esperti, politici americani si stanno mobilitando in questi giorni a New York : un grande rally è in preparazione per sabato prossimo e una intera pagina del New York Times ha ospitato ieri un appello al presidente Bush e un nuovo appello sarà reso pubblico martedìprossimo 8 gennaio.
EMMA Bonino che parteciperà alle prime sedute della conferenza e farà parte della delegazione che incontrerà Mr Alabatas e Perez de Cuellar ha dichiarato che "proprio nel momento in cui gli Stati Uniti hanno assunto un ruolo fondamentale in difesa del diritto internazionale violato dall'Iraq e per il disarmo, un atteggiamento conseguente di questo paese a proposito del bando degli esperimenti nucleari rafforzerebbe sul piano internazionale la sua posizione. La crisi irachena ha poi ampiamente dimostrato la pericolosità e il potere destabilizzante della diffusione nel mondo delle armi di distruzione di massa (nucleri, chimiche, batteriologiche). Poter quindi intervenire, attraverso l'ONU, già nella fase della sperimentazione per impedire lo sviluppo di queste armi, consentirebbe di prevenire atti di 'terrorismo internazionale' invece di doverli affrontare quando ormai hanno sviluppato tutto il loro potere ricattatorio e offensivo."