Roma, 7 gennaio 1991 - "La smilitarizzazione (e la professionalizzazione, che ne consegue) dell'Arma dei Carabinieri, e della Guardia di Finanza, costituisce una premessa per la difesa in primo luogo del lavoro e delle funzioni dei loro componenti.
Entro il mese mi auguro che i gruppi parlamentari democratici, senza eccezioni, diano il loro contributo per la presentazione di progetti di legge che vadano in questa direzione: sono certo, comunque, che gli eletti radicali, di ogni gruppo, e tutti quelli che sono mobilitati per la riforma delle istituzioni e della stessa politica, assicureranno questo avvenimento parlamentare.
Per battere l'impostazione militarista, reazionaria, e suicida per l'ordine, molti si sono mossi all'interno delle due Armi, ed all'esterno i radicali erano riusciti perfino a raccogliere 750.000 firme con la richiesta referendaria della smilitarizzazione della Guardia di Finanza.
Tenere legati non alla deontologia ed alla capacità professionale di tutori dell'ordine e degli interessi dello Stato e dei cittadini carabinieri e finanzieri, ma costringerli istituzionalmente all'obbedienza militare, contro o al di fuori dell'obbedienza alla giustizia ed alle leggi, premiare i peggiori e colpire i migliori, attrezzarle come esercito, e non come polizia e come amministrazione, è quanto si ottiene e si vuole ottenere rifiutando questa Riforma.
Non vi sarebbe stata la sequela di monzogne, di reticenze, di falsità, di complotti, di false testimonianze, di complicità con i politici di ogni mafia e obbedienza, con l'esecutivo invece che con il diritto e la coscienza, da De Lorenzo in poi, che ha fatto dei vertici dell'Arma dei Carabinieri, per decenni, un modo di vivere; non vi sarebbe stata la situazione esplosa con i delitti dei Comandanti della Guardia di Finanza, alla Lo Prete ed alla Giudice, senza il carattere militare delle due Armi.
L'incredibile passività, per non dire altro, del Parlamento nei confronti della deposizione, nelle scorse settimane, del generale Ferrara, è un sintomo di quanto occorra intervenire perché carabinieri e guardie di finanza non si trovino a dover combattere sotto il duplice attacco della malavita e dell'aberrante sistema istituzionale nel quale sono costretti, e da vittime, ad operare.
E se il Parlamento non si muove, occorreranno leggi di iniziativa popolare e referendum.