Il deputato europeo antiproibizionista Marco Taradash, segretario del Cora (coordinamento radicale antiproibizionista) parteciperà domani mattina, insieme al consigliere antiproibizionista al comune di Bologna Monica Mischiatti, e ad altri esponenti antiproibizionisti, ai funerali dei tre carabinieri uccisi a Bologna la scorsa settimana.
Marco Taradash ha spiegato le ragioni di questo atto:
"Il dolore che si prova ogni volta che la vita civile subisce l'oltraggio della violenza è tanto più forte quanto l'imbarbarirsi dei rapporti sociali e la crescita dei poteri criminali sono il prodotto di scelte politiche sbagliate, confermate contro ogni evidenza di fallimento. Il continuo sacrificio di vite, di legalità, di diritto, è divenuto il prezzo che la comunità paga non alla difesa dei suoi valori profondi ma a scelte di governo che avrebbero potuto e dovuto essere corrette.
Anche se è prematuro ogni giudizio sulle responsabilità dell'atto di guerriglia che ha stroncato la vita dei tre carabinieri a Bologna, la pista della droga è indicata dagli inquirenti e dai giornali come la più probabile, come verosimile anche se al momento non verificata.
Termini precisi come "narcotrafficanti", finora usati propriamente soltanto dagli antiproibizionisti, entrano nel linguaggio comune e affiancano quelli ormai troppo generici e periferici di "mafiosi" o "camorristi".
Affiora alla coscienza la verità atroce che anche nel nostro paese l'economia della droga proibita ha generato forme incontrollabili di narcocrazia, ovvero un potere criminale senza paragoni più armato, più ricco, più diffuso, più influente che mai in passato, capace di controllare in ogni zona del paese con la minaccia assassina o con la corruzione l'agire della politica, delle leggi, delle istituzioni, delle forze di polizia e dei funzionari pubblici.
Ci rechiamo perciò ai funerali dei tre carabinieri assassinati per testimoniare il nostro cordoglio alle forze dell'ordine, all'arma dei Carabinieri e alle vittime degli uccisi, e al tempo stesso la volontà di lottare per una riforma della politica sulla droga in modo tale che la barbarie criminale e la corruzione delle istituzioni, che sono l'effetto del proibizionismo, storicamente provato in ogni paese del mondo, abbiano al più presto termine.