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Agora' Agora - 7 gennaio 1991
CARCERE SALERNO: LETTERA-DENUNCIA SUGLI EPISODI DI VIOLENZA NEL CARCERE DI SALERNO INVIATA DA UN DETENUTO A MARCO PANNELLA. LA LETTERA E' CONTROFIRMATA E NE E' STATA INVIATA COPIA AL DIRETTORE GENERALE DELLE CARCERI, ALLA MAGISTRATURA, A PERSONALITA' POLITICHE, AI MASS-MEDIA.

»La presente per portarla a conoscenza di quanto accaduto qui nel carcere di Salerno la mattina del 14 dicembre.

Erano circa le 4,30 di mattina, mi sono svegliato perchè sentivo dei rumori e delle grida dal piano terra, man mano che il tempo passava le grida e i rumori diventavano più distinti, al fine da capire che erano grida di uomini e implorazioni di aiuto.

La stessa cosa si è sentita molto più distinta dopo circa due ore al piano soprastante.

Verso le 9,30 sono venuti sul nostro piano, cioè l'ultimo, circa 100 agenti, molti dei quali mascherati e armati di manganelli e mazze. Quando è stata aperta la mia cella (singola) sono entrate 3 guardie, uno mi ha ordinato di spogliarmi del tutto, dopo mi ha fatto fare 10 flessioni, alla fine dell'ultima hanno cominciato a picchiarmi con le mani e con le mazze. Uno di questi ha cercato di strapparmi la catena d'oro che avevo al collo, non riuscendoci, perchè l'avevo afferrata pure io trattenendola.

Mi hanno spinto con calci e pugni fuori dal corridoio. Lì ci stavano una infinità di guardie quasi tutte armate di manganelli e mazze e picchiandomi mi hanno condotto nella sala della socialità dove pure stavano moltissime guardie e tutti a picchiarci. Mi hanno fatto inginocchiare con la faccia al muro; nella sala, tutto intorno al muro, ci stavano altri detenuti nella mia stessa posizione. Là, siamo stati per più di una ora sempre subendo manganellate, calci, pugni e parole irripetibili.

A un certo punto alcune guardie hanno fato mettere un detenuto inginocchiato costringendolo ad assumere una posizione alla pecorina. Dopo hanno costretto un altro detenuto a mettergli il membro in culo. Questi, facendo resistenza affinchè non facesse tale atto, si faceva male giacchè le guardie lo spingevano due per le spalle ed uno con il piede dietro al culo, alchè uno di questi ha esclamato "questo ha goduto, levalo e prendine un altro"; cosa che hanno fatto.

Ad un altro detenuto lo hanno costretto in posizione "pecorina" e gli hanno ficcato una mazza di scopa in culo.

Tutto questo è durato per più di una ora, dopo, uno alla volta, ci hanno costretto ad uscire nel corrdoio, dove ci stavano una infinità di guardie, alcune travisate in volto.

Quando sono uscito, sono stato investito da manganellate, calci e pugni uno dei quali mi ha tramortito facendomi cadere per terra semisvenuto; a quel punto si sono avventati su di me con manganellate (ricordo che una mazza mi si è rotta addosso), sono rimasto semincosciente, ricordo che 4 di loro mi hanno preso 2 per le mani e 2 per i piedi e mi hanno scaraventato nella mia cella: lì sono svenuto.

Ho rispreso conoscenza dopo più di due ore, sentivo il mio vicino di cella che mi chiamava, ma non riuscivo a portarmi davanti alla porta chiusa anche di spioncino, nè a gridare per chiedere aiuto.

Verso le 14 hanno aperto le porte e facendomi aiutare da compagni ho chiesto e ottenuto di recarmi in infermeria in quanto mi sentivo malissimo. Scesi giù al piano terra, ci stavano altri detenuti in attesa per lo stesso motivo. Ci stava un ragazzo seduto sull'unica sedia, gli ho chiesto di farmi sedere. Dopo pochi minuti sono svenuto, mi sono svegliato su una lettiga dell'infermeria.

Sono stato visitato da alcuni dottori i quali mi hanno assicurato che non ci stava nulla di pericoloso per la mia vita ma che non potevano escludere fratture. Ho chiesto di essere portato in ospedale, mi è stato risposto che c'erano dei casi più urgenti e che in seguito mi avrebbero portato in ospedale per gli accertamenti. Sono stato riportato nella mia cella, stavo malissimo.

Verso le 21 sono svenuto, non so dopo quanto tempo se ne sia accorto la guardia di servizio, mi sono ritrovato di nuovo steso in una lettiga in infermeria, lì mi hanno tenuto per circa 2 ore, mi avevano fatto delle punture, ho cominciato a sentirmi meglio, cioè almeno capivo dove stavo e che cosa succedeva intorno a me.

Ho capito che effettivamente ci stavano persone più bisognose di cure, così ho accettato di essere riportato in cella anche perchè mi sentivo tutto rilassato e senza forza.

Mi sono svegliato verso le 4 del mattino, ho chiamato la guardia per chiedere di un infermiere o del dottore ma ha risposto che erano molto impegnati in infermeria con altri detenuti. Ora sono le 11 del 15 dicembre e sono riuscito solo a parlare con un infermiere che ha preso nota dicendo che avrebbe riferito al dottore.

Eccellenza, questo è quanto è successo a me e per quel poco che sono riuscito a sapere ad un detenuto è stato rotto il timpano dell'orecchio, di un altro che gli hanno cavato un occhio, di un altro che gli è stata fracassata una mano, di altri che hanno subito violenze carnali con atti osceni come essere pisciati in faccia.

Le celle tutte o quasi sono state distrutte e saccheggiate. A me personalmente è stato derubato un braccialetto d'oro che avevo nella bilancetta perchè era rotto, 2 camicie di seta, la radio. Nella cella non ho trovato più niente di personale come oggetti per la pulizia; non ci stavano più nè fornelli nè pentole, piatti e viveri per cucinare: era tutto fuori nell'immondizia.

Eccellenza, non prolungo oltre questa mia missiva denuncia. Resta a voi e alla vostra coscienza di uomo di legge, affinchè ci facciate sapere per quale motivo è stata ordinata una simile rappresaglia di tipo nazista, visto che per quanto mi risulta in questo carcere non è mai successo nulla di grave.

Nelle numerosissime perquisizioni che ci vengono effettuate non è stata trovata mai arma di nessun genere, ad eccezione di qualche taglino che serve solo per cucinare e comunque ricavati da metalli di stagno quindi innocui per fare violenza.

Porto a conoscenza la SV che esporrò denuncia tramite il mio avvocato per tutto quanto subito dalla mia persona e da altri detenuti per questi reati commessi sulla nostra persona e sulle nostre cose.

Per ultimo, ed è più grave per me dal punto di vista morale, le foto dei miei bambini erano state buttate nel cesso e pisciatoci sopra e le foto di mia moglie stese sul materasso con vistose eiaculazioni sopra.

Chiedo a nome mio personale e a nome di tutti gli altri detenuti di questo istituto, che la SV voglia intervenire sempre che la vostra coscienza e il vostro ufficio non ha responsabilità in quanto accaduto.

Preciso che copie di questa lettera verranno inviate a personalità politiche, giudiziarie, ai giornali e alle varie televisioni regionali e nazionali.

Tanto era mio dovere dirvi. Porgo deferenti ossequi.

Il detenuto [Edmondo Mallitti]

Carcere di Salerno, 15 dicembre 1990

 
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