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Agora' Agora - 8 gennaio 1991
INTERROGAZIONE AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E AL MINISTRO DEGLI AFFARI ESTERI

Premesso che

sono pesanti le responsabilità dello stato italiano rispetto alle tragiche vicende somale, per il ruolo che hanno avuto ed hanno gli interventi italiani in quel paese;

da anni ed anni, in parlamento e fuori, i radicali e poi uno schieramento sempre più ampio di forze esterne ed interne alla maggioranza denunciano il carattere degli aiuti italiani alla Somalia, sia perchè inquinati da elementi di speculazione e affarismo, sia perché in gran parte hanno assunto l'immagine e la sostanza di interventi a sostegno della criminale dittatura di Siad Barre;

particolarmente inaccettabile e vergognosa - e tanto più da quando è in corso una guerra civile, nella quale le forze armate governative si sono macchiate di stragi e di infamie senza nome - è stata l'assistenza militare prestata al dittatore senza alcuna giustificazione ammissibile, e finalmente cessata solo dal luglio dell'anno scorso;

anche la linea adottata negli ultimi mesi dal governo rispetto agli sviluppi della guerra civile in Somalia - per l'impostazione data alle iniziative di mediazione tra Barre e i suoi oppositori - è stata tale da essere percepita quanto meno da una parte molto consistente dell'opposizione come volta a offrire un estremo sostegno al regime agonizzante, come è testimoniato dal fallimento della progettata conferenza del Cairo; e non diverso sapore ha avuto, ancora nelle ultime settimane, la decisione di concedere al governo somalo una parte consistente delle somme stanziate per i paesi colpiti dagli effetti della crisi del Golfo Persico;

nel suo insieme dunque, e quanto meno nell'ultimo decennio, la politica seguita pervicacemente dai governi del nostro paese lungi dal finalizzare la grande influenza italiana in Somalia a una trasformazione di segno democratico è stata di sostegno connivente al regime, contrariamente ai sempre più pressanti inviti levatisi in sede parlamentare a rovesciare questo indirizzo; sicché, oltretutto, l'imponente impegno di energie economiche italiane dispiegato in questi anni in Somalia rischia di ottenere il risultato che la presenza italiana sia avvertita con sospetto, con ostilità e con un giustificato carico di rancori;

non è in alcun modo accettabile una giustificazione della linea seguita rispetto alla Somalia con una sorta di chiamata di correo di tutti i partiti dell'arco partitocratico, quali variamente responsabili di avere sponsorizzato l'aiuto all'uno o all'altro regime autoritario africano; responsabilità che semmai starebbero solo a sottolineare l'urgenza di avviare una radicale riforma dei criteri e dei metodi della cooperazione italiana allo sviluppo,

i sottoscritti interrogano il governo per conoscere

1) se il governo non intenda riconoscere finalmente i guasti di una politica come quella finora attuata;

2) se, a partire, subito, dal caso somalo, il governo non intenda finalmente accettare la richiesta - avanzata anche dalla commissione esteri del Senato nel documento conclusivo della sua indagine sulla politica italiana di cooperazione allo sviluppo - che tra i criteri fondamentali di tale politica stia la promozione, insieme allo sviluppo economico, anche del riconoscimento dei diritti della persona;

3) quali inizative il governo intenda immediatamente assumere per modificare l'immagine e la realtà negativa della politica fin qui seguita, operando per recare soccorso alla popolazione somala, perché sia favorito, per quanto è possibile, l'avvio di un processo di pacificazione nella democrazia e nel rispetto del diritti della persona;

4) se il gverno non ritenga di sollecitare, nelle forme possibili e opportune, un intervento delle Nazioni Unite a questo scopo;

5) se il governo non ritenga di usare l'influenza italiana a Mogadiscio per promuovere una mediazione non più mirante a assicurare condizioni di sopravvivenza al regime di Barre, ma volta a rendere possibile una resa delle residue forze governative con la garanzia che ciò non si risolva in ulteriori massacri ai danni dei sostenitori del presidente; unica via - a questo punto - per interrompere il prolungarsi della tragedia.

LORENZO STRIK LIEVERS

FRANCO CORLEONE

MARCO BOATO

DOMENICO MODUGNO

 
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