"La Cupola partitocratica si è confermata come tale. Ancora una volta, in materia di referendum, ha negato diritto, anzichè affermarlo.
Con la caduta dei referendum più significativi - quelli sul Senato e sui Comuni - viene a mancare l'unico strumento che avrebbe consentito una riforma democratica dei partiti e della politica.
I socialisti hanno poco da essere soddisfatti. I referendum sarebbero stati l'unica occasione per discutere davvero anche le proposte socialiste di riforme istituzionali, che ora, come tutte le altre, torneranno a dormire nei cassetti.
Con le elezioni anticipate che sono comunque alle porte (perchè troppo necessarie ad altre forze politiche) i socialisti saranno stretti tra leghe ed effetto del conflitto del Golfo. Essi saranno, molto probabilmente, le prime vittime di se stessi e della loro miope politica di conservazione del sistema partitocratico.
Quanto al referendum residuo, quello sulle preferenze, esso era forse l'unico referendum inammissibile. E' infatti molto dubbio che il suo effetto sia quello di ridurre le preferenze ad una e non sia invece quello di togliere ogni limite superiore all'espressione di preferenze".