Il Governo italiano (e, speriamo che non duri, perfino il Parlamento) sta assistendo inerte, distratto, alla prima, sicura messa a morte conseguente alla guerra del Golfo di una realtà storico-politica: quella della Comunità Europea.
Mi auguro che il Governo sia costretto, o indotto, dal Parlamento a promuovere, e comunque richiedere pubblicamente, appellandosi sia al Parlamento Europeo ed alla Commissione, sia all'opinione pubblica europea, la tenuta straordinaria di un Consiglio Europeo, di un "vertice".
Se ne sono tenuti ogni volta che Mitterrand, o Kohl, o altri hanno avuto da usarli a fini di propria propaganda. Invece già questa estate, a proposito dell'unità tedesca e poi del Golfo, il "vertice" europeo non si è riunito.
Il grande argomento è che si rischia di vederli fallire.
Che falliscano, ma in modo responsabile, istituzionale.
Non mettendo in mora ogni responsabilità istituzionale comunitaria.
L'Italia fa parte della "troika". Il caos squallido in cui Francia, in primo luogo, e Germania, Spagna, Inghilterra (ma, oggi, con minori responsabilità) intrattengono la CEE significa ucciderla ogni giorno agli occhi degli europei, e del mondo. L'Italia partecipa per omissione, con la politica estera di De Michelis, ma a questo punto anche di Andreotti, a questa messa a morte. Occorre che il Governo muti atteggiamento o che il Parlamento sia convocato per dargli la sfiducia.