Al Procuratore della Repubblica
presso il Tribunale di Roma
S E D E
Signor Procuratore,
numerosi quotidiani riferiscono oggi che secondo lo studio condotto dal giornalista americano Kenneth Timmerman, commissionato dal centro "Simon Wiesenthal" di Los Angeles alcune aziende italiane avrebbero fornito armi e materiale bellico all'Irak anche successivamente allo scoppio delle ostilità nel Golfo.
Secondo tale studio le aziende coinvolte nel traffico clandestino di armi sarebbero le seguenti: Ausidet, Montedison, Snia-Techint, Snia-Bpd, Technipetrol, Euromac, Bnl, Danieli, Ilva, Iri e Società delle Fucine.
Se questi fatti fossero accertati ci troveremmo di fronte ad un'aperta violazione dell'embargo sancito dal governo italiano e delle relative disposizioni contenute nel decreto legge 6 agosto 1990, n. 220 contenente "misure urgenti relative ai beni della Repubblica dell'Irak" e del decreto legge 23 agosto 1990, n. 247 contenente "provvedimenti urgenti in ordine alla situazione determinatasi nel Golfo Persico". Indipendentemente dalle sanzioni amministrative espressamente previste dai decreti citati, potrebbero essere configurabili i reati previsti dal Libro II, Titolo I, Capo I del Codice Penale (delitti contro la personalità internazionale dello Stato) in partiicolare nei confronti dei responsabili dell'Amministrazione e del Governo..
Le rimetto quanto sopra per il compimento degli atti del Suo ufficio.
Cordiali saluti.
Roberto Cicciomessere