"Sono d'accordo con la platea del Congresso, nella sua estrema attenzione e nel suo silenzio senza applausi, per lunghe parti, fondamentali, dalla relazione di Achille Occhetto.
Se si ascolta, anche senza troppo bisogno di approfondimento, in che cosa consista, oggi, quella "riforma della politica", dei partiti, delle istituzioni, del sistema di potere italiano, per il PCI/PDS non c'è purtroppo che aria fritta, l'esatto contrario di quel che un anno fa ancora era legittimo sperare. Si rovescia la crisi della politica, e del partito, in crisi del paese: e la Costituente diventa quella, necessariamente consociativa, con i partiti tradizionali, per una nuova Repubblica. Non basta. Anzi, occorre impedire questo modo di ragionare e di non lottare.
Il Partito Radicale, penso, in quanto tale, ha problemi maggiori da risolvere, a cui attendere. Continuerà comunque a cercare il massimo di amicizia, di dialogo, di collaborazione, di identità nelle opere e nella concreta realtà di ogni giorno, sul massimo di temi e di speranza.
Ma come militante democratico, riformatore, federalista e internazionalista, liberaldemocratico e liberalsocialista, nonviolento, mi si consenta di dire, dinanzi a questa relazione, che il supplemento d'anima, e di forza, liberaldemocratico e liberalsocialista, internazionalista e federalista, gobettiano, rosselliano, darendhorfiano, in una parola "radicale", temo proprio che il PDS così configurato non andrà lontano. O, non sulla strada sperata."