Le Commissioni affari esteri e difesa,
esprimendo la convinzione che le risoluzioni dell'ONU volte a ristabilire il diritto nel Kuwait chiamassero e chiamino in causa doveri di iniziativa e di azione dell'Europa nel suo insieme, e perciò della Comunità europea in quanto tale;
considerando che una piena assunzione di responsabilità politica della Comunità europea, accanto a quella degli Stati Uniti, nell'elaborazione e nell'applicazione delle decisioni dell'ONU avrebbe potuto e potrebbe rappresentare un fondamentale punto di riferimento, di forza e di ragionevolezza per tutti - per gli Stati Uniti stessi, cui altrimenti si delegano oneri e decisioni, per i paesi del Medio Oriente e per l'Unione Sovietica - al fine di raggiungere gli obiettivi stabiliti dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU;
constatando con preoccupazione profonda come la crisi e il conflitto nel Golfo Persico non solo non abbiano finora fatto maturare una simile, necessaria piena assunzione di responsabilità europea ma, al contrario - date le diverse posizioni e scelte dei Paesi membri della CEE - rischino di determinare una crisi gravissima ed esiziale della realtà storica e politica della Comunità europea;
considerato che non sollecitare ma mettere anzi in mora ogni responsabilità istituzionale comunitaria comporta un maggior rischio di fallimento del ruolo della Comunità europea;
visto il dispositivo della mozione n. 6-00141 approvato dalla Camera dei deputati il 23 agosto 1990;
impegna il Governo
anche nella sua qualità di membro di turno della "troika" della Comunità europea, a promuovere, e comunque a richiedere pubblicamente, appellandosi anche al Parlamento europeo, alla Commissione CEE e all'opinione pubblica europea, la convocazione straordinaria del Consiglio europeo, affinchè siano i Capi di stato e di Governo dei dodici, nell'ambito di una responsabilità e di una funzione istituzionale della Comunità, ad assumersi formalmente nei confronti dell'Europa e dei propri Paesi le responsabilità delle loro scelte.