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Agora' Agora - 7 marzo 1991
SABATO 16 MARZO ASSEMBLEA DEI PROMOTORI DELL'A.R.C.O.D.
CONFERENZA STAMPA DI SPADACCIA, CALDERISI, NEGRI, STRIK LIEVERS, TEODORI, ZEVI. FONDATA L'ASSOCIAZIONE RADICALE PER LA COSTITUENTE DEMOCRATICA E LA RIFORMA DELLA POLITICA. IL TESTO DELLA DICHIARAZIONE DIFFUSA OGGI.

Roma, 7 marzo 1991

Abbiamo dato seguito, come ci eravamo impegnati a fare nel recente Congresso "italiano" del Partito Radicale, alla costituzione di una Associazione che avrà il compito di perseguire gli obiettivi prospettati sul documento da noi firmato e presentato ai partecipanti al Congresso radicale.

Nasce così l'A.R.CO.D., Associazione radicale per la Costituente Democratica e per la riforma della politica. I suoi due appuntamenti costitutivi sono previsti per il 16 marzo, con l'assemblea dei promotori, e il 13 e il 14 aprile, con la prima assemblea congressuale.

Gli scopi della Associazione sono già nel suo titolo: Costituente Democratica, cioè l'impegno per riprendere e rilanciare l'idea della Costituente di un Partito Democratico senza aggettivi che sappia e possa essere il partito dell'alternativa democratica alla partitocrazia; e Riforma della Politica, cioè riforma elettorale con il passaggio dalla proporzionale a un reale sistema uninominale e maggioritario e liberazione della società e dello Stato dall'occupazione di un sistema politico che è la vera palla al piede per la trasformazione del Paese in uno Stato democratica ed europeo, per la transizione dalla partitocrazia alla democrazia..

Ci rendiamo conto che questo impegno oggi sembra scontrarsi con ostacoli insormontabili.

Sono fin qui falliti tutti i progetti di autoriforma dei partiti. L'idea di una grande federazione riformista e di una grande alleanza laica ed ecologista, che era maturata negli anni 85-87, è stata abbandonata dal PSI all'inizio di questa legislatura; è bastato l'insuccesso elettorale alle europee per indurre subito i segretari del PRI e del PLI a rinnegare l'impegno di perseguire un'unità delle forze laiche, liberaldemocratiche e federaliste; e da ultimo è miseramente fallita l'idea di una "costituente democratica" che doveva coronare il processo di rinnovamento comunista e che ha invece visto il PDS limitarsi ad un cambiamento tutto interno al vecchio PCI.

Sono inoltre caduti per una sciagurata sentenza della Corte Costituzionale i due referendum sulle leggi elettorali del Senato e dei Comuni, che erano stati promossi da un vasto schieramento politico comprendente forze riformatrici della DC, del PCI, laiche e radicali e dell'associazionismo cattolico, e che - se celebrati in questa primavera - avrebbero posto la riforma del sistema al centro dello scontro politico, imponendola anche al Parlamento e ai partiti. La politica riprecipita invece verso i logoranti giochi di potere che aprono la strada a pseudoriforme o, peggio, a vere e proprie controriforme.

Più che mai è allora necessario non abbandonare disegni e ambizioni riformatrici, non rassegnarsi a lasciare solo alla demagogia delle Leghe l'opposizione al regime partitocratico e la risposta alla sua crisi: si rivelerebbe presto un rimedio peggiore del male. La prossima stagione politica non deve risolversi in uno scontro tra la protesta dell'impotenza e la sordità di un sistema partitico logorato. Ne raccoglieremmo solo le ceneri della prima Repubblica senza alcun presupposto per una svolta verso uno Stato di democrazia e di diritto.

Opereremo in maniera convergente con il "Forum dei democratici", di cui facciamo parte e che ha raccolto i laici che hanno partecipato al Comitato promotore dei referendum elettorali; con i cattolici liberali della DC e dell'associazionismo cattolico che condividono le stesse idee riformatrici; con i democratici che avevano nutrito grandi speranze nella promessa di una "costituente democratica" e con quei comunisti che non si accontentano, nel processo di trasformazione del PCI in PDS, dell'approdo riminese ma che al più lo considerano una prima tappa. Ma ci auguriamo anche che sia possibile riprendere con il PSI il dialogo bruscamente interrotto nel 1987, e ci auguriamo che la presenza di Craxi al recente congresso italiano del Partito Radicale sia un primo tangibile segno di questa possibilità.

Infine un chiarimento. Questa è una Associazione Radicale, quindi innanzitutto di iscritti al P.R., anche se è prevista l'adesione di non iscritti. Non è dunque una corrente radicale. Siamo radicali che condividono il processo di trasformazione transnazionale e transpartitica del P.R., e collaboriamo al suo rafforzamento e ai suoi obiettivi, ma che intendono operare in forma associata ed organizzata per gli scopi che abbiamo descritto e che sono stati e sono, del resto, per quanto riguarda l'Italia, gli stessi obiettivi di riforma perseguiti dal P.R..

La trasformazione del P.R. in una forza transpartitica non può infatti risolversi soltanto in una diaspora dei radicali in diverse formazioni partitiche nazionali. L'associazione pertanto non si propone, in quanto tale, iniziative elettorali, e tanto meno di dar vita a surrogati di liste radicali. Ma intendiamo operare, in convergenza con altri, alla costituzione di una grande forza di alternativa democratica e alla riforma della politica.

L'iniziativa, già annunciata al 3· Congresso italiano del PR sulla base di un documento per la Costituente democratica, ottenne l'adesione di oltre 400 radicali e anche di non iscritti presenti al Congresso.

La quota di iscrizione all'Associazione è di 50.000 lire da versare tramite assegno bancario o vaglia postale intestato: A.R.CO.D.- c/o Partito Radicale, Via di Torre Argentina,76 - 00186 Roma.

PEPPINO CALDERISI

GIOVANNI NEGRI

GIANFRANCO SPADACCIA

LORENZO STRIK LIEVERS

MASSIMO TEODORI

BRUNO ZEVI

 
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