COMUNICATO DEL COORDINAMENTO RADICALE ANTIPROIBIZIONISTA (CORA)
La legge "antidroga" otto mesi dopo: un disastro.
A dirlo non sono più solo gli antiproibizionisti, quelli "che vogliono destabilizzare la società". Ad affermarlo, sempre più spesso, sono le voci autorevoli di esperti del problema, economisti, magistrati, operatori socio-sanitari.
L'ultimo, in ordine di tempo, e' il giudice Giancarlo Caselli, che in un'intervista pubblicata sulla Repubblica di ieri, dice a chiare lettere che "le speranze che la legge possa davvero incidere sul fenomeno potrebbero rivelarsi vane" perché "chi l'ha congegnata ha ignorato o voluto ignorare la reale situazione dei servizi sociali e dell'amministrazione giudiziaria".
Che la 162 fosse praticamente inapplicabile e che avrebbe finito per mettere in crisi il già disastrato sistema giudiziario italiano l'abbiamo sostenuto fin dal primo momento.
Ora il giudice Caselli afferma: "Se ci saranno poche denunzie, si potrà reggere il nuovo carico. Ma si avrà un sostanziale fallimento della legge nel disegno dei suoi promotori. Se ci sara' un mare di processi, come avverrà attuando la legge fino in fondo, il peso sara' insopportabile: si accumuleranno centinaia di migliaia di nuove pratiche. Conseguenza: pratiche inevase, o evase in tempi lunghissimi, in maniera superficiale o casuale".
Da inizio anno alla meta' di febbraio i morti per overdose sono quasi il doppio di quelli registrati nello stesso periodo del 1990. Aumentano i casi di AIDS (l'Italia, secondo i dati ufficiali dell'Istituto Superiore di Sanità e' ai primi posti in Europa) e le Regioni sono in colpevole ritardo nel predisporre le misure di prevenzione previste dalla stessa legge 162 per quanto riguarda il fenomeno dello scambio di siringhe, principale via di trasmissione del virus HIV e delle patologie correlate alla tossicodipendenza, con gravissimo rischio per la vita degli eroinomani e per la salute di tutta la società. E il ministro della Sanità mette al bando il metadone, la cui distribuzione si è rivelata fino ad oggi l'unica arma per ridurre il consumo di eroina via siringa e quindi per abbattere la diffusione dell'Aids.
Si pubblicizzano i sequestri di stupefacenti parlando sempre dei quantitativi in valore assoluto e mai in percentuale rispetto alla reale dimensione del traffico clandestino. In realtà in tutto il 1990 si sono sequestrate tante dosi di eroina quante coprono il fabbisogno di appena tre giorni nella vita dei 300 mila tossicodipendenti italiani, vale a dire lo 0,3% di tutta la roba in circolazione.
Sul fronte della prevenzione e della riabilitazione socio-sanitaria, mentre la cronaca parla di carenza di strutture, mancanza di personale e finanziamenti distribuiti con logica spartitoria e clientelare, vengono soppresse quelle realtà che hanno dimostrato coi fatti e con risultati riconosciuti a livello europeo, la possibilità di un'alternativa al vicolo cieco assistenzialismo/repressione (valga per tutti il caso Petrella-Casa di Ban a Napoli).
La realtà quotidiana parla di un potere mafioso e criminale che controlla ormai intere regioni e si fa ogni giorno più arrogante, minacciando il tessuto sociale, la convivenza civile, le strutture economiche e produttive in Italia come all'estero. Lo denuncia l'Interpol: nel mondo 12 Stati sovrani sono ormai controllati dai narcotrafficanti.
Tutto questo mentre da noi si perde tempo e si consumano risorse finanziarie pubbliche per mettere in piedi pletorici comitati antidroga, carrozzoni clientelari e partitocratici in cui c'e' spazio per generali e prelati, politicanti e imprenditori ma non per chi il problema della tossicodipendenza, dell'AIDS, della microcriminalita' lo vive realmente ogni giorno sulla propria pelle.