"Il voto di ieri della Camera per la riduzione a due delle preferenze ha due chiari significati politici: un NO alle leggine ed alla controriformetta Lega ed un NO alle elezioni anticipate.
I deputati hanno votato per un superamento politico -se non giuridico - del referendum, senza ricorrere agli espedienti truffaldini della leggina Lega (aumento del numero dei collegi, capolista bloccato più una preferenza, lista nazionale bloccata che comporterebbe un aumento spaventoso dello strapotere delle segreterie di partito).
Dal punto di vista giuridico deciderà la Cassazione. Al riguardo è essenziale il parere del Comitato promotore (che può presentare memorie all'Ufficio centrale per il referendum). Certo è molto singolare che Lega e compagnia siano improvvisamente diventati paladini del Comitato promotore.
Personalmente, come è noto, non sono stato promotore di questo referendum per la sua marginalità rispetto alle esigenze di riforma e per la contraddittorietà dei suoi effetti (una sola preferenza facilita i capilista imposti dalle segreterie di partito o supportati dai potentati economici e dai mass-media, e quindi comporta un aumento delle spese elettorali)".