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Agora' Agora - 2 maggio 1991
PARLAMENTARI ITALIANI IN CINA: LIBERTA' PER IL TIBET E ROSE ROSSE A PIAZZA TIAN AN MEN. DICHIARAZIONE DI GIOVANNI NEGRI: "DE MICHELIS DI FRONTE AD UNA SCELTA."

Pechino, 2 maggio 1991 - La delegazione parlamentare italiana in visita ufficiale in Cina, ha deliberato all'unanimità di discutere in via preliminare ed in ogni colloquio ufficiale due questioni:

Il rispetto dei diritti umani nei confronti dell'opposizione democratica cinese (alla luce della strage della piazza Tian An Men) e la tragedia inflitta al Tibet, che ha patito l'orrore di oltre un milione di morti e la distruzione dell'identità politica, civile e religiosa causata dall'occupazione cinese e fonte di un irreparabile danno per l'umanità.

A Pechino il deputato radicale Giovanni Negri ha in proposito dichiarato:"Riconosco volentieri al Presidente Piccoli il merito di esporre a chiare lettere questa volontà unanime dei parlamentari italiani in visita in Cina, nei colloqui avuti con la commissione esteri cinese, con Liao Hansheng (Presidente della stessa commissione e vicepresidente del Parlamento), con la commissione delle minoranze nazionali e nei colloqui che in questi giorni avremo con il Ministro del Commercio con l'estero, con il Ministro degli Esteri Quian Quichen e con il Presidente del Parlamento cinese Wan Li.

L'atteggiamento criminale nei confronti del Tibet deve finire.

L'incontro tra Bush e il Dalai Lama, il voto del Senato USA e del Parlamento australiano a favore della libertà del Tibet e ben tre risoluzioni delle Nazioni Unite indicano in modo inequivoco che la questione del Tibet appartiene ormai alla coscienza del mondo intero e grava come un macigno sul regime politico di Pechino".

Giovanni Negri ha inoltre reso noto che la delegazione italiana, tramite Piccoli, ha formalmente chiesto che un gruppo di italiani -parlamentari e non- possa visitare ufficialmente il Tibet, ottenendo per ora risposte ambigue dal governo cinese.

Negri ha inoltre accusato le autorità cinesi, di manipolare sovente il significato delle visite di parlamentari e diplomatici in Cina.

"E' quanto ha recentemente denunciato lo stesso ambasciatore degli USA a Pechino, ed è quanto è avvenuto a proposito di una frase relativa al Tibet pronunciata nelle scorse settimane dall'ambasciatore italiano che comunque non parteciperà alla manifestazione farsa indetta per il 23 maggio dal regime cinese a Lhasa per il 40· anniversario dell'occupazione del Tibet".

Il parlamentare del Partito radicale ha inoltre annunciato che consegnerà al Ministro degli esteri Quian Quichen un elenco di oltre cento detenuti politici arrestati negli ultimi mesi in Tibet, fra i quali cinque monaci buddisti catturati in aprile, dei quali si richiede l'immediata liberazione.

Sabato 4 maggio Negri deporrà una corona di rose in Piazza Tian An Men in ricordo della strage ordinata dal governo di Pechino e richiederà nel corso di tutti i colloqui con le autorità cinesi, l'immediata apertura di una trattativa bilaterale e senza condizioni fra il governo di Pechino e il governo tibetano il esilio.

"Quanto stiamo facendo in Cina -ha affermato Giovanni Negri- è non solo un dovere per la tutela dei diritti umani e civili ma anche un invito netto ed inequivoco al Ministro degli esteri De Michelis che sarà a Pechino tra 15 giorni: Sta alla sua responsabilità politica di decidere ora se legare la politica estera italiana a questi valori o ridurla ad un cinico calcolo povero tanto di valori quanto di futuro".

Venerdì 10 maggio ad Hong Kong presso il Foreign correspondents press club alle 2 p.m. si svolgerà' una conferenza stampa dal titolo "visita dei parlamentari italiani in Cina: Tibet e diritti umani".

 
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