Ho molto rispetto per gli amici con i quali abbiamo promosso i referendum elettorali liquidati dalla Corte Costituzionale, ma
- da solo - il referendum per la preferenza unica, spacciato come medicina per curare la decomposizione del sistema partitico, mi ricorda la famosa camomilla con la quale si voleva curare il colera.
E' un farmaco che lascia indifferenti, ed è anche legittimo dubitare che la preferenza unica serva ancor più gli interessi partitici. Il tutto è poi anacronistico se si pensa che la Camera ha già approvato il passaggio a due preferenze, su proposta
mia e di Biondi, e non si capisce chi abbia voluto bloccare la proposta al Senato.
Non resta che sperare che l'istituto del referendum esca indenne, e ribadire che la Riforma è il voto all'inglese,
la liberazione della pubblica amministrazione dall'occupazione partitica, ed un grande ricambio di classe dirigente.