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Agora' Agora - 15 maggio 1991
EVOLUZIONE E AMPLIAMENTO DELLA CEE
Relazione Luis Planas Puchades

(SOC E) - doc. A3-77/91

La commissione politica, nel sottolineare come l'attuale situazione politica complessiva dell'Europa comporti la necessità di elaborare una strategia globale sul futuro della Comunità e come l'approfondimento dell'integrazione europea, avviato con le Conferenze intergovernative in corso, debba tener conto delle prospettive politiche che si stanno aprendo in Europa, ritiene che la CEE debba avviare quanto prima negoziati con gli altri paesi europei interessati ad aderire alla Comunità, a condizione che questi siano in possesso dei necessari requisiti politici ed economici e siano disposti a contribuire attivamente alla realizzazione dell'Unione politica.

Gli aspetti politici, economici e di sicurezza - ha affermato il relatore Luis Planas Puchades (SOC E) - dovranno rimanere strettamente legati tra di loro nel corso degli eventuali futuri negoziati di adesione; gli accordi di associazione ("accordi europei") con i paesi dell'Europa centro-orientale costituiscono un passo avanti importante verso il riavvicinamento tra la CEE e detti paesi.

In conclusione egli ha sottolineato la necessità - in qualsiasi futuro processo di ampliamento e trasformazione - di salvaguardare e sviluppare le conquiste comunitarie sin qui realizzate in materia di cooperazione politica e per il conseguimento dell'Unione europea.

Al posto di una Comunità paneuropea, che si avvanttaggi del processo di cooperazione e sicurezza di Helsinki II, si propone ora solo uno Spazio economico europeo. Occorre perciò - secondo Alexander Langer (VERDI) - rifiutare questa nuova architettura dell'Europa che non è né completa né democratica, né solidale e neppure politica. La relazione Planas è quindi da respingere perché, fra l'altro, non offre ai paesi dell'Est che la prospett-iva di essere ammessi in quarantena nel Consiglio d'Europa e non si parla affatto di Casa comune europea di cui la Comunità doveva essere l'embrione ed il precursore.

Secondo Francesco Speroni (L.L. - A.N.), invece l'allargamento della Comunità può costituire un freno verso l'integrazione comunitaria. Occorre quindi costruire prima l'Europa dei 12 e poi eventualmente allargarsi. Oggi inoltre già la Comunità procede a rilento, come dimostrato dall'Italia che è al di sotto del 50% nel recepire le direttive comunitarie. L'eliminazione delle frontiere interne è quindi prioritaria e ciò sarà possibile solo quando vi saranno norme comuni in materia d'immigrazione, di visti e di permessi di soggiorno, evitando soprattutto che la nostra Comunità diventi teatro di scontri razziali.

L'approfondimento e il rafforzamento dell'attuale Comunità non sono in antitesi con l'ampliamento della stessa. Lo ha sostenuto il commissario Sir Leon Brittan, il quale ha però precisato come le domande di adesione vadano esaminate caso per caso, tenendo conto della situazione specifica dei singoli paesi richiedenti (per l'Austria l'Esecutivo emetterà il proprio parere alla fine dell'estate).

Più facile è la posizione dei paesi EFTA interessati ad entrare nella CEE, rispetto a quella dei paesi dell'Est europeo: con i primi si stanno concludendo i negoziati per giungere ad uno Spazio economico europeo, che potrebbe costituire un buon trampolino per la futura adesione. Con i paesi dell'Europa centro-orientale invece, si stanno negoziando accordi di associazione ma la strada per l'adesione sarà necessariamente più lunga e difficile.

Brittan ha concluso esprimendo il dubbio che le Conferenze intergovernat-ive in atto possano risolvere i problemi per i futuri ampliamenti della Comunità, i quali richiederanno nuove conferenze specifiche.

 
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