Roma, 21 maggio 1991 - "L'avvocatura dello Stato è riuscita, nel tentativo di salvare la costituzionalità della legge, a ripetere le argomentazioni più ovvie di tutti "gli amici della modica quantità" e "figli non cresciuti del permissivismo sessantottino", insulti di craxiana memoria. Probabilmente la Corte Costituzionale - che non è nota per la sua audacia interpretativa, quando il Governo ne scapita - gli darà ragione. E quindi darà ragione, nella sostanza, a noi che denunciavamo l'assurdità di stabilire col bilancino del farmacista ciò che deve essere deciso dalla bilancia della giustizia, ovvero la differenza fra consumatore e spacciatore. Bene per gli imputati. Male, malissimo per la credibilità delle istituzioni e per la certezza del diritto, che riposa sulla lettera della legge e non nelle sue interpretazioni astruse e di comodo".