Pesca in crisi. Domani vertice europeo. Intervista al Commissario italiano EMMA BONINO
di Franco Mancusi
IL MATTINO, 5 aprile 1995
________
SOMMARIO. Flotte moderne per razionalizzare le risorse ittiche ancora disponibili. Saranno migliorati i rapporti tra ambientalisti e pescatori. Patto strategico fra i Paesi del Mediterraneo. Inevitabile l'abolizione delle spadare.
Roma. Al Consiglio Europeo di domani, a Lussemburgo, il Commissario Emma Bonino proporrà terapie d'urto per salvare le imprese della pesca dal tracollo.
La crisi delle marinerie è diventata insostenibile. A mali estremi, dunque, estremi rimedi con l'aiuto della CEE. Ai Governi comunitari sarà offerta la possibilità di predisporre piani di radicale trasformazione dei settori produttivi ittici, assicurando il prepensionamento agli operatori più anziani e organizzando corsi di aggiornamento tecnologico-professionale per i più giovani.
Sui moderni pescherecci del duemila, insomma, si potrà lavorare con il computer a bordo. "Siamo alle strette, abbiamo in tutto il mondo gli stessi problemi: dobbiamo razionalizzare al massimo le risorse disponibili. I pescatori sono troppi, il pesce è troppo poco" spiega l'onorevole Bonino, da poche settimane alla guida della Commissione Pesca Europea.
D - I problemi sono tanti. Ma i pescatori italiani sono più in ginocchio degli altri, dopo i colpi ricevuti dal colera, dalla psicosi del mercurio, dalle alluvioni che hanno scaricato in mare tonnellate di sostanze tossiche. Per non parlare dei tagli della Finanziaria...
R - "E' vero, ma io non posso fare miracoli. Non sono la Madonna di Lourdes dei pescatori italiani. La sola strada seria da battere é quella di migliorare le regole del gioco, per costringere tutti a collaborare e a far sì che le risorse siano utilizzate nel modo più razionale possibile. Per decenni il mare é stato sfruttato senza alcun criterio. Ora bisogna pensare alle generazioni future. Sono ottimista, però la situazione è ormai chiara per tutti: la sensibilità degli operatori sta cambiando".
D - Sarà mai possibile conciliare le 'specificità' del Mediterraneo con i problemi completamente diversi dei mari del Nord?
R - "Nel '94 abbiamo approvato in sede comunitaria le prime misure 'specifiche' direi, per il Mediterraneo. Un passo in avanti molto importante. Certo si deve e si può fare di più. Se sarà necessario sulla base dei rapporti scientifici ed economici degli esperti, prenderemo in considerazione l'ipotesi di misure transitorie, indispensabili per garantire piani di conservazione in alcune regioni del Mediterraneo".
D - Crede nella efficacia di un piano strategico tra tutti i Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum?
R - "Una cosa deve essere chiara. Non avremo mai una politica di conservazione valida se non riusciremo ad imporre regole precise per tutti coloro che pescano nel Mediterraneo. Per l'Europa, cioè, ma anche per gli Stati dell'Africa settentrionale e dell'Asia minore. Un patto strategico potrebbe rappresentare la soluzione giusta. Vedremo".
D - Così come una effettiva alleanza tra ambientalisti e pescatori, per la difesa del patrimonio ittico e della risorsa mare.
R - "Naturalmente. La sopravvivenza della pesca dipende dalla qualità dell'ambiente. Il vero problema é di trovare il giusto equilibrio fra uno sfruttamento razionale delle risorse e un comportamento responsabile in grado di salvaguardare l'ambiente marino. Sarà questa una delle mie principali battaglie dell'impegno governativo europeo".
D - L'odissea delle spadare. Dovrebbero scomparire entro il 97, per bloccare le stragi dei delfini, tartarughe, balenotteri, spadini. Ma gli armatori cercano in tutti i modi di ritardare il piano europeo di riconversione delle flotte.....
R - "Bisognerà prendere decisioni serie, in tempi brevissimi. Altrimenti non rimarrà nulla da pescare. Credo che l'abolizione delle reti derivanti sarà inevitabile, ma non traumatica perché esistono soluzioni alternative accettabili per tutti".
D - La guerra per la contesa dei banchi di Terranova. Bisognerà ricorrere ai cannoni per regolare i rapporti tra pescatori europei e canadesi?
R - "Certamente no. L'esito del negoziato fra Europa e Canada non potrà essere che pacifico. Nessuno potrà arrogarsi il diritto di sequestrare un peschereccio in acque internazionali, però".
D - Maricoltura, acquacoltura: il futuro della pesca. Perciò stentano a decollare le imprese del Mezzogiorno?
R - "Esistono difficoltà di carattere tecnico e commerciale. Il fattore concorrenza gioca un ruolo decisivo nella ricerca dell'equilibrio fra costi e capacità di produzione. La Commissione dovrà garantire strutture più efficienti e funzionali per assistere con particolare attenzione le imprese delle regioni più deboli".