Dichiarazione di Peppino Calderisi
Le dichiarazioni di De Mita sui referendum elettorali sono chiarificratici.
I promotori devono prendere atto della assoluta strumentalità dell'adesione data a suo tempo da De Mita.
Una strumentalità dimostrata non solo dalle affermazioni sul referendum relativo alle preferenze, ma anche dalla sua pronuncia contro l'uninominale e a favore della proporzionale, dopo aver aderito a due referendum - quelli sul Senato e sui Comuni - che chiedevano appunto un sistema uninominale e maggioritario.
Sgombrato il campo da questo equivoco, i promotori dei referendum e in particolare il PDS devono chiarire a tutti gli elettori quale riforma elettorale vogliono: il mantenimento della proporzionale e le proposte De Mita oppure un sistema uninominale-maggioritario come quello indicato dai quesiti bloccati dalla Corte ? La vittoria dei Sì sblocca davvero il processo riformatore oppure apre la strada a controriforme partitocratiche (collegi più piccoli con il capolista bloccato e una preferenza; lista nazionale bloccata, cioè decisa dalle segreterie di partito, per il recupero dei resti; sbarramenti e apparentamenti alla portoghese o altri pasticci del genere) ? Saranno presentate, come chiedono le Acli, le proposte corrispondenti ai due referendum sul Senato e sui Comuni ?
Questa risposta da parte del PDS e degli altri promotori è per noi essenziale per il voto del 9 giugno. Occorre andare a votare per difendere l'istituto del referendum ma il SI' il NO dipendono dalla chiarezza sullo sbocco legislativo del referendum: SI' se si va verso autentiche riforme del sistema elettorale e quindi del sistema dei partiti; NO se si va verso controriforme partitocratiche.