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Agora' Agora - 11 giugno 1991
STRATEGIA COMUNITARIA PER L'AMBIENTE

Relazioni Manfred Vohrer (LDR D), Paul Lannoye (VERDI B) e

Kirsten Jensen (SOC DK)

(Relazioni della sessione plenaria del mese di giugno a Strasburgo)

L'80% circa delle emissioni nocive nel mondo provengono dagli Stati industrializzati nei quali vive solo il 20% della popolazione mondiale. Se tali emissioni non vengono bloccate, prima di tutto dimezzando il consumo di energia, il conseguente riscaldamento del clima provocherà, fra l'altro, una riduzione del 25% della produzione di generi alimentari.

A livello comunitario, in particolare, i danni nel settore ambientale sono in costante aumento. Di fronte a tale situazione la commissione per la protezione dell'ambiente e quella per l'energia, presentano tre progetti di risoluzione, al fine di indicare la strategia, e le relative iniziative da adottare in via prioritaria, per proteggere l'ambiente nella Comunità.

Strumenti economico-fiscali

Applicare misure economiche e fiscali per raggiungere gli obiettivi della politica ambientale comunitaria: questo in sostanza il concetto di fondo alla base del primo progetto di risoluzione presentato, a nome della commissione per la protezione dell'ambiente, da Manfred Vohrer (LDR D). A tale proposito il documento chiede innanzitutto il graduale aumento delle accise sugli olii minerali nella Comunità così da coprire, oltre ai costi di infrastruttura, tutti i costi ambientali provocati dal trasporto su strada. Inoltre si dovrebbe prevedere l'introduziione di una tassa comunitaria per i camion secondo il principio tonnellata-chilometro, nonchè un'imposizione dei veicoli privati che tenga conto dell'inquinamento ambientale.

Nel settore della politica energetica si propone di introdurre tanto un'imposta sull'energia di origine fossile e nucleare quanto tariffe energetiche che premino il risparmio energetico.

A livello di agricoltura invece occorrerebbe prevedere tasse sui concimi azotati sintetici e sui pesticidi, nonchè premiare finanziariamente forme di agricoltura che tutelino il paesaggio ed il rimboschimento. Sarebbe poi auspicabile un'imposta per il deposito dei rifiuti, ed un regime di responsabilità civile oggettiva, con obbligo di assicurazione, a carico di coloro che fabbricano sostanze pericolose. Occorre infine favorire il riciclaggio dei rifiuti.

In relazione al turismo, il documento chiede che l'inquinamento provocato dal turismo venga imputato a chi lo provoca; sarebbe inoltre necessaria una revisione della legislazione comunitaria sugli aiuti nazionali alle imprese onde orientarli prioritariamente alla riconversione ecologica del tessuto produttivo.

L'Esecutivo è infine invitato a cercare di coordinare a livello internazionale l'applicazione simultanea di tasse ecologiche. Il programma di attuazione di tutte le raccomandazioni contenute nel progetto di risoluzione dovrebbe venire presentato prima della fine di quest'anno.

Politica energetica ecologica

Il 50% delle emmissioni di anidride solforosa (SO2), quasi l'80% di quelle di ossido di azoto (NOx) e circa il 50% di quelle di anidride carbonica (CO2) vanno attribuite all'utilizzo di combustibili solidi nonchè di petrolio nel settore dei trasporti. Tali emissioni sono le principali responsabili dell'effetto serra e del fenomeno delle piogge acide.

Si rende perciò necessaria una nuova politica energetica della Comunità che si ponga l'obiettivo prioritario tanto di un impiego razionale dell'energia, per ridurre la domanda di energia e di conseguenza le emissioni nocive, quanto dell'uso sempre più esteso di energie rinnovabili.

In base a tali considerazioni la commissione per l'energia, tramite Paul Lannoye (VERDI B), ha presentato un progetto di risoluzione che in primo luogo auspica il ricorso alle tecnologie di valorizzazione delle energie rinnovabili e a quelle tecnologie capaci di minimizzare l'impatto sull'ambiente dell'energia di origine fossile e nucleare.

Ai fini di un migliore utilizzo dell'energia è chiesta l'armonizzazione delle imposte sull'energia al livello più alto, nonchè l'introduzione di un'eco-imposta comunitaria sulle energie fossili. Quest'ultima sarebbe poi ripartita tanto per potenziare le risorse destinate ai programmi comunitari di gestione dell'energia quanto per finanziare un fondo di aiuti alla ristrutturazione del settore energetico nei paesi terzi.

E' inoltre chiesta l'introduzione di tariffe dissuasive per il consumo eccessivo di energia. Infine il

criterio della riduzione della domanda di energia dovrebbe venire preso in considerazione al momento di scegliere gli investimenti nell'ambito dei fondi strutturali.

Ambiente ed energia

Una relazione della commissione per l'ambiente e lo sviluppo dell'ONU afferma che il consumo energetico lordo mondiale dovrà venire dimezzato nei prossimi quaranta o cinquant'anni.

Secondo la commissione per la protezione dell'ambiente, che sull'argomento ha presentato un ulteriore progetto di risoluzione illustrato da Kirsten Jensen (SOC DK), la Comunità dovrà, entro il 2040, porsi innanzitutto l'obiettivo di ridurre del 90% gli scarichi di SO2, nonchè del 75% quelli di NOx e CO2. Inoltre sarà necessario ridurre del 50% il consumo energetico lordo della Comunità. La politica energetica dovrà dunque essere basata sull'utilizzazione efficace dell'energia e sul miglioramento dell'efficienza dell'uso finale.

Inoltre occorrerà stimolare sia le energie rinnovabili come la produzione di energia dalla biomassa. Al momento d'introdurre un'imposta sul CO2 si dovrebbe stabilire un'imposta ambientale sull'elettricità prodotta da centrali nucleari.

Il documento chiede quindi tutta una serie di iniziative comunitarie in tema di risparmio energetico, nonchè l'armonizzazione a livello più alto delle norme in tema di centrali elettriche, sia per quanto concerne le emissioni che la sicurezza degli impianti.

E' infine auspicato l'auumento degli stanziamenti del bilancio di ricerca e sviluppo comunitario per promuovere le fonti energetiche rinnovabili.

Rinaldo Bontempi (PDS), che illustrava il parere della commissione giuridica, ha fornito assicurazioni sull'esistenza di un apparato giuridico che permette di avviare l'azione comunitaria per un'imposta a favore della politica ambientale ed ha esortato l'Esecutivo a presentare un progetto in merito da applicare al più presto, anche se in via sperimentale.

Secondo Virginio Bettini (VERDI) i proventi della tassa sull'emissione di anidride carbonica dovrebbero essere in parte distribuiti tra i paesi membri onde avviare una progressiva transizione verso le energie rinnovabili. D'altra parte l'energia nucleare non dovrà essere considerata una fonte di transizione, poiché non è né economicamente, né dal punto di vista della sicurezza un'energia pulita.

Il problema della razionalizzazione dei consumi energetici è prioritario rispetto all'abolizione dell'energia atomica, visto che realisticamente non si può prevedere nella Comunità un'uscita dal nucleare in tempi brevi. Lo ha asserito Tullio Regge (PDS) il quale ha pure sottolineato l'esigenza di sviluppare in Europa un'economia energetica decentralizzata.

D'accordo su un uso più efficace dell'energia, ma convinto che non si possano ridurre i consumi in valore assoluto, si è detto Mauro Chiabrando (DC) il quale ha anche escluso che in breve periodo le energie alternative possano sostituire i combustibili fossili o il

nucleare. Anche sull'applicazione di un'ecotassa l'oratore si è pronunciato con estrema prudenza, chiedendo all'Esecutivo studi approfonditi sulla fattibilità di tale imposta.

Apprezzamento per le tre risoluzioni è stato espresso dal commissario Carlo Ripa di Meana che ha convenuto sulla necessità di integrare la politica dell'ambiente con strumenti economici adeguati, tra i quali rientra anche un'imposta specifica. A tale proposito l'Esecutivo sarebbe favorevole ad una combinazione tra un'imposta generale sul consumo di energia ed una sull'emissione di biossido di carbonio (CO2).

Bisognerà poi perseguire una più intensa armonizzazione delle disposizioni ambientali applicate oggi nei vari Stati membri.

 
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