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Agora' Agora - 12 giugno 1991
L'UNIONE POLITICA RISTAGNA

Interrogazioni Marcelino Oreja

(PPE E) e David Martin (SOC GB)

(Relazioni della sessione plenaria del mese di giugno a Strasburgo)

Le preoccupazioni sullo stato dei lavori della Conferenza sull'Unione politica sono state espresse dal presidente della commissione affari istituzionali, Marcelino Oreja (PPE E), che ha ribadito l'esigenza di avanzare verso un'Europa federale, fondata sul principio della sussidiarietà che assicuri la coesione economica e sociale fra gli Stati membri e le loro regioni, con istituzioni forti e democratiche, con un potere legislativo condiviso fra il Parlamento e il Consiglio, nonché con un governo responsabile, una moneta unica, una politica estera e di difesa comune.

Oreja ha quindi sottolineato i punti essenziali della proposta di risoluzione presentata dalla commissione istituzionale, in tema di Unione politica, in vista del Vertice europeo di fine giugno a Lussemburgo.

In primo luogo l'unicità del sistema politicoistituzionale dell'Unione, con particolarità relativa alla politica estera. Ciò vuol dire che le istituzioni, i procedimenti decisionali, i principi fondamentali del sistema devono essere gli stessi in tutti i settori. A tale proposito sono da approvare le modifiche che l'Esecutivo ha presentato al progetto di trattato della presidenza lussemburghese.

Circa l'altro punto di divergenza, relativo alla codecisione, Oreja ha sottolineato i pochi passi avanti compiuti visto che si vuole dare al Parlamento solo un dirittto di veto, per certe materie limitate e scelte in modo arbitrario. Allo stato attuale, ha concluso il parlamentare, ci sono seri dubbi sulla volontà di alcuni di arrivare ad un'Unione politica reale.

Il presidente del Consiglio Jacques Poos ha affermato di non condividere il pessimismo manifestato dalla commissione istituzionale ed ha illustrato alcune modifiche apportate al "non-paper" del 16 aprile scorso. Innanzitutto egli ha negato che tale documento attribuisse un carattere inter-governativo all'unificazione europea; anzi si volevano introdurre in un quadro istituzionale unico nuovi settori quali la politica estera e di sicurezza comune e la cooperazione giuridica.

Per il processo legislativo la modifica di maggior rilievo sarà costituita dalla codecisione, tramite la quale l'Assemblea si vedrà finalmente attribuito il potere legislativo (tuttavia sulla questione restano da superare ancora le ferme opposizioni di alcune delegazioni nazionali).

Difficoltà incontra anche la richiesta di una duplice investitura dell' Esecutivo da parte dell'Assemblea mentre esistono possibilità che venga accolta la tesi dell'investitura del presidente.

In alto mare sono ancora le decisioni sulla coesione economica e sociale per la quale saranno necessarie indicazioni dal prossimo Consiglio europeo. Viceversa un accordo di massima è stato raggiunto sui contenuti della cittadinanza europea; progressi si annunciano anche per la politica comune di difesa, dopo i recenti chiarimenti intervenuti

in sede NATO.

Per David Martin (SOC GB) prima di pronunciarsi bisognerà attendere le nuove proposte della presidenza lussemburghese sulla codecisione, ma sin d'ora si può esprimere un giudizio positivo sul cambiamento di rotta che sembra realizzarsi in seno al Consiglio. L'oratore ha insistito poi sulla necessità di stabilire la concomitanza tra i mandati del Parlamento e della Commissione ed ha deplorato gli scarsi progressi compiuti dalla coesione economica e sociale.

Emilio Colombo (DC) ha riconosciuto i meriti del "non-paper" lussemburghese ma ne ha denunciato anche i limiti ai quali sembra aver posto rimedio la Commissione, le cui recenti proposte vanno lodate.

Il difetto di fondo della Conferenza intergovernativa - ha proseguito Colombo - consiste nel fatto che opera unicamente modificando i trattati, senza seguire un'ispirazione unitaria e cioè che l'Unione deve sostituirsi alle comunità attuali. In tale contesto la codecisione non dovrà essere una scatola vuota ma attribuire all'Assemblea la potestà legislativa che le compete e questo in tutti i settori.

I pericoli di un blocco legislativo, nel caso in cui al Parlamento vengano attribuiti solo poteri di respingere le proposte di leggi comunitarie, sono stati evocati da Karel De Gucht (LDR B) il quale ha rivendicato per l'Assemblea un ruolo di codecisione positiva, accompagnata da effettivi poteri esecutivi per la Commissione, la quale dovrebbe però poter essere destituita con più facilità dal Parlamento.

Il nuovo progetto di trattato sull'Unione politica dovrà fondarsi - secondo Derek Prag (DE GB) - su nuove procedure legislative che devono prevedere un controllo effettivo da parte del Parlamento al pari del Consiglio, non ristretto ad alcune materie irrisorie. Inoltre il Parlamento dovrà avere il diritto di avocare a sé il diritto dell'applicazione legislativa. Infine il diritto di veto dell'Assemblea su tutta la legislazione comunitaria, estendendo però già dalla prima lettura il voto a maggioranza assoluta.

Claire Joanny (VERDI F) si è fatta portavoce del malcontento dei popoli della CEE sempre più delusi per la mancanza di democraticità nella conduzione delle rispettive società. Questo è il principale problema che dovrà affrontare la riforma istituzionale avviata nella Comunità ed un valido strumento in tal senso è rappresentato dalla codecisione.

Di fronte alle aspettative che i paesi dell'Est europeo ripongono nella Comunità, le conferenze intergovernative hanno il dovere di operare per ridurre l'attuale deficit democratico

della CEE. Lo ha sostenuto Maurice Duverger (SUE F) che ha rivendicato il potere legislativo per il Parlamento europeo onde por fine all'attuale parvenza di democrazia che lascia liberi gli europarlamentari di approvare solo testi che non hanno alcun peso nelle decisioni del Consiglio.

Primo obiettivo della Conferenza intergovernativa secondo François Musso (ADE F) deve essere quello di definire il ruolo delle singole istituzioni nell'Uione nascente, e non limitare i poteri di legiferazione dell'Assemblea a pochi settori privi di importanza.

La necessità di riconoscere nella Comunità le regioni in quanto tali, al fine di poter dialogare direttamente, è stata sottolineata da Jaak Vandemeulebroucke (ARC B) che a tale proposito ha domandato la creazione di un Consiglio delle regioni.

I periodi meno brillanti della civiltà europea sono stati proprio quelli dei grandi imperi, ha ricordato Yvon Blot (DR F) chiedendo che la Comunità evolva verso una Confederazione democratica, in cui Parlamenti europeo e nazionali abbiano voce in capitolo e si tolgano i poteri esorbitanti attualmente nelle mani dell'Esecutivo.

Occorre chiarezza nel richiedere una vera Unione politica democratica per consentire un funzionamento trasparente della Comunità, con un Parlamento che controlli efficacemente l'Esecutivo. Lo ha asserito Vassilis Ephremidis (CS GR), auspicando l'istituzionalizzazione dei diritti sociali dei lavooratori.

Il prossimo Vertice di Lussemburgo servirà a prendere atto di temi su cui vi è un accordo fra i 12, nonché a risolvere i punti di disaccordo in particolare sulla politica estera, sul rafforzamento dei poteri del Parlamento europeo, nonché sulla coesione economica e sociale, così ha esordito il presidente dell' Esecutivo Jacques Delors il quale, circa la futura struttura del trattato, ha sottolineato l'esigenza di progredire verso una Europa federale non centralizzata e democratica, le cui politiche siano coerenti ed efficaci.

In relazione alla codecisione, il presidente dell'Esecutivo ha ribadito come il problema sia collegato a quello della gerarchia delle norme. Ciò significa che ogni testo legislativo da adottarsi a maggioranza qualificata dovrà essere sottoposto alla procedura di codecisione. La legge in collegamento con il principio di sussidiarietà avrà il vantaggio di semplificare l'attuale sistema legislativo nel senso della chiarezza. Infatti le misure applicative della legge saranno adottate o dai parlamenti nazionali o dal Consiglio/ Commissione, con la possibilità per l'Assemblea di avocare a sé tale potere. Inoltre, nel comitato di conciliazione legislativa Parlamento e Consiglio discuteranno direttamente senza la mediazione dell'Esecutivo.

Delors, ha poi considerato come necessario introdurre il voto a maggioranza qualificata nel settore sociale, con esclusione di quello dei sistemi di sicurezza sociale, visto l'attacccamento di ciascun Stato membro al suo sistema.

Per concludere il presidente dell'Esecutivo ha ribadito l'architettura federale che dovrà avere la Comunità del futuro, fondata su tre livelli di potere: comunitario, nazionale e regionale. A tale proposito si è detto favorevole alla creazione di un'Assemblea delle regioni, la cui composizione sia ponderata secondo l'importanza degli Stati membri, da consultare su ogni decisione che concerna lo sviluppo e la vita delle regioni.

 
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