Decisiva l'azione del Commissario italiano Emma Bonino.Dopo quattro anni di attesa arriva finalmente lo sblocco dell'Unione europea.
TRIESTE OGGI
11 aprile 1995
di Franco Paticchio
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SOMMARIO. Racconta le vicende storiche, i ritardi, le inefficienze che hanno impedito al progetto cosidetto "OffShore" di veder per quattro anni la luce, e infine come, grazie all'interessamento sopratutto di Emma Bonino, si sia giunti a sbloccarlo. La decisione dell'UE consentirà ora ai triestini, al governo e agli interessati di mattere in moto la sua realizzazione.
Il gran giorno é davvero arrivato. Per domani mattina a Bruxelles la Commissione dell'Unione europea ha messo all'ordine del giorno la decisione sul Centro triestino di servizi assicurativi e finanziari, meglio conosciuto come Off-Shore. E già si sa che il giudizio della Commissione sarà positivo. Dopo quattro anni di attesa, insomma, arriva il via libera. Si tratta ormai di un atto soltanto formale. Gli accordi tra i "ministri" europei e i loro capi di gabinetto sono già stati presi. Anzi all'ultimo momento il Commissario italiano Emma Bonino è riuscita a spuntare un ulteriore personale successo. Il limite di 5 anni di durata dell'istituzione giuliana, che era stabilito come improrogabile, adesso non lo è piu'. Il Centro di servizi assicurativi e finanziari di Trieste era stato istituito dalla legge n.19 del 1991, la cosiddetta legge sulle aree di confine. Ma la Comunità europea ne aveva subito bloccato l'operatività (attraverso il cerbero Lord Brittan) in quanto le agevolazioni fiscali previste per l'Off-s
hore erano ritenute in contrasto con il regime di libera concorrenza vigente nei Paesi della CEE.
Oltre a godere dell'extraterritorialità bancaria e valutaria, il reddito degli operatori del Centro è infatti esente da IRPEG e paga l'ILOR al 50%.
Per tali eccezionali condizioni occorreva perció una specifica deroga da parte della Commissione europea. Ma il pronunciamento di Bruxelles non è arrivato e quindi la legge italiana non ha potuto finora essere applicata. Occorrevano dei validi motivi per la deroga, e soprattutto delle fortissime pressioni politiche a livello nazionale e internazionale.
I primi furono trovati: l'interesse comunitario alla creazione di un mercato finanziario nei paesi dell'Est, cui l'Off-shore si rivolge; il limitato livello di distorsione della concorrenza che il Centro triestino avrebbe potuto provocare; il degrado economico della città di Trieste e i possibili contraccolpi conseguenti alla disgregazione della ex-Yugoslavia; la straordinaria esperienza cittadina nei settori assicurativi e finanziari.
Trovati i motivi a livello tecnico giuridico, mancarono viceversa le pressioni politiche. Non si curarono particolarmente della questione nè il governo di Roma, né i Commissari italiani a Bruxelles, per cui il Centro cadde in letargo, e a Trieste se ne cominció a parlare come di una favola, entrata finanche nelle vignette della Cittadella. La favola adesso sta diventando realtà. Ed il merito maggiore va riconosciuto al Commissario italiano, da pochi mesi a Bruxelles, Emma Bonino. La battagliera pannelliana, grazie alla sua inesauribile grinta e alle sollecitazioni del deputato europeo Gianfranco Dell'Alba - anche lui Riformatore - nonchè del Club Pannella di Trieste, è riuscita dove hanno fallito mostri sacri - o per tali spacciati - che in passato si erano fatti grande propaganda elettorale con l'Offshore: per tutti valga il nome dell'onorevole Andreatta. Domani mattina, come dicevamo, la Commissione europea darà il suo OK al Centro di Trieste. E non sarà importante che, da domani appunto, l'incontrovertibi
le vittoria trovi per strada tanti padri a fare corona. Importante sarà invece che Trieste sappia sfruttare, al meglio e con grande rapidità, questa opportunità che la storia le ha riservato.