Radicali.it - sito ufficiale di Radicali Italiani
Notizie Radicali, il giornale telematico di Radicali Italiani
cerca [dal 1999]


i testi dal 1955 al 1998

  RSS
mer 16 lug. 2025
[ cerca in archivio ] ARCHIVIO STORICO RADICALE
Notizie Radicali
Agora' Agora - 13 giugno 1991
POLITICA EUROPEA DELLA SICUREZZA

Relazione HansGert Pöttering (PPE D)

(Relazioni della sessione plenaria del mese di giugno a Strasburgo)

L'Assemblea con 130 sì, 66 no e 10 astenuti ha adottato la relazione sulle prospettive per una politica europea della sicurezza, lungamente dibattuta durante la scorsa tornata di maggio ed il cui voto era stato rinviato per mancanza del numero legale.

Nel ribadire la richiesta più volte formulata di realizzare una politica comune estera e di sicurezza, il Parlamento auspica l'inserimento nei Trattati comunitari delle disposizioni concernenti le competenze, il quadro istituzionale, le procedure di votazione e di attuazione della stessa politica di sicurezza.

Per quanto attiene al Consiglio bisognerebbe procedere alla fusione tra le riunioni della CPE (ministri degli esteri riuniti nella Cooperazione politica) e quelle regolari dei ministri degli esteri ed istituire un Consiglio dei ministri competente per le questioni di sicurezza. Inoltre, sulla falsariga di quanto avviene con l'ECOFIN (riunione congiunta dei ministri dell'economia e delle finanze), andrebbero organizzati incontri regolari tra i ministri degli esteri e della difesa che formerebbero così il Consiglio di sicurezza. Il Segretariato della CPE dovrebbe essere integrato in quello del Consiglio.

A sua volta la Commissione dovrà adeguare le proprie strutture alla nuova politica, per la quale dovrà godere del diritto di iniziativa, seppure non esclusivo; viene ventilata inoltre la creazione di una specifica agenzia indipendente che controlli la produzione ed il commercio di armi degli Stati membri.

Per l'Assemblea si chiede la piena associazione alle attività comunitarie in materia di politica estera e di sicurezza con il conferimento di poteri di codecisione e di controllo. Parallelamente andrebbe istituita una procedura di consultazione tra Consiglio, Commissione e Parlamento, al quale ultimo incomberebbe l'obbligo del parere conforme per le decisioni di principio nel settore della sicurezza e della politica estera e per la conclusione di accordi tra la Comunità e paesi terzi od organizzazioni internazionali o ancora per accordi sul disarmo, controllo di armamenti e sicurezza.

La risoluzione auspica poi una stretta cooperazione tra la Comunità (e la futura Unione europea) e le istituzioni della NATO così come lo sviluppo e l'istituzionalizzazione della CSCE (Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in Europa); sostegno viene espresso alla convocazione di una Conferenza per la sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo. Inoltre, fino a quando la Comunità non sarà in grado di avocare a sé competenze in ambito militare, l'Unione europea occidentale (UEO) dovrebbe assicurare la cooperazione nel settore della difesa e della sicurezza.

Tra i compiti prioritari della futura Unione europea per la sicurezza dovrà figurare lo sviluppo di una politica comune che tenga conto degli aspetti politici, economici e militari della sicurezzza stessa ed una politica comune dei controlli per le esportazioni di armamenti, con norme comuni, controlli efficaci e riduzione della dipendenza dalle esportazioni verso paesi terzi (a tale proposito i Dodici sono invitati a rinunciare sin da ora all'applicazione dell' art. 223 dei Trattati che impedisce la presa di posizioni comuni nel settore).

Bisognerà poi incrementare gli sforzi di riconversione delle industrie belliche, e uniformare le basi giuridiche del servizio militare e di quello civile sostitutivo. Viene inoltre caldeggiata l'organizzazione di unità militari europee multinazionali da impiegare in missioni di pace nell'ambito delle Nazioni Unite.

Una conclusione positiva dei negoziati CSCE constata infine il documento offrirebbe la possibilità di ridurre in modo significativo le spese militari e ciò libererebbe risorse che potrebbero essere indirizzate, tramite un Fondo specifico di solidarietà, verso i paesi più poveri del Terzo mondo.

 
Argomenti correlati:
stampa questo documento invia questa pagina per mail